SCATTA IL MAXI TAGLIO – Meloni compra le armi e taglia pensioni, scuola e sanità: ci toglie 40 miliardi già da luglio | Il documento è già stato firmato

Scatta un clamoroso maxi taglio in Italia. A quanto pare, il governo capitanato da Giorgia Meloni sta pensando di investire sempre di più nelle armi, piuttosto che in altre risorse fondamentali per il Paese, come sanità e istruzione.
Impossibile negare che, nelle ultime settimane, sia aumentata in modo considerevole la paura degli italiani riguardo al futuro. E non solo. Gli scontri in corso a Gaza, in Palestina e, recentemente, in Iran, stanno generando non poche preoccupazioni.
In questo scenario già incandescente, resta irrisolta la guerra tra Ucraina e Russia, iniziata ben prima degli attuali conflitti e che ha spalancato le porte a uno degli incubi più temuti: quello della possibile terza guerra mondiale.
Solo pochi mesi fa, sui social network, la commissaria europea per la gestione dell’uguaglianza e delle crisi, Haja Lahbib, ha presentato il cosiddetto kit di sopravvivenza per 72 ore, da utilizzare in caso di emergenze.
Ma non è tutto. Anche l’Italia sta attuando un piano di azione rapido e concreto per modificare drasticamente la gestione delle emergenze belliche e prepararsi a scenari sempre più critici.
Il governo Meloni taglia e investe nella difesa
Come spiegato in precedenza, la guerra è ormai una realtà tangibile, ben lontana da ciò che avremmo potuto immaginare fino a pochi anni fa. Uno scenario inquietante che l’Europa non viveva da decenni, e che ora coinvolge anche numerose altre nazioni nel mondo. Ne è prova anche l’intervento degli Stati Uniti, sempre più attivi nel tentativo di mediazione tra i Paesi coinvolti.
Alla luce di tutto questo, come riportato anche da Fanpage.it, sono sempre di più gli Stati membri dell’Unione Europea, Italia compresa, che stanno predisponendo importanti investimenti in campo bellico, per essere pronti in caso di attacchi a più ampio raggio. E così, fa discutere il possibile maxi taglio che il governo Meloni starebbe valutando, destinato a ridurre le risorse per settori chiave come sanità, scuola e welfare, per dirottare i fondi verso la difesa.

Niente investimenti su scuola e sanità: le priorità sono altre
Negli ultimi giorni, gli scontri in Palestina sono diventati ancora più violenti, con un numero crescente di vittime. E ora che anche l’Iran è stato coinvolto, il rischio di escalation è concreto. In questo contesto, secondo quanto riportato dalle fonti, l’Italia avrebbe già destinato circa il 2% del PIL nazionale alla spesa per la difesa.
Questa decisione rientra nelle linee guida del programma europeo Ream Europe, che consente ai Paesi membri dell’UE di utilizzare fino all’1,5% (e oltre) del proprio PIL per il riassortimento di armamenti.
In particolare, è previsto che nel 2025 si investiranno 3,9 miliardi, per poi passare a 3,3 miliardi nel 2026 e salire a 4,6 miliardi nel 2027. La spesa complessiva potrebbe raggiungere i 35 miliardi entro il 2039, con possibili effetti collaterali tutt’altro che trascurabili: un aumento della spesa pubblica e, con ogni probabilità, nuove tasse a carico dei cittadini.