Guerre che non finiscono, politici che usano linguaggi aggressivi e incapacità di empatia | Sono vere le teorie che ipotizzano che l’uomo sia malvagio?

Da esperimenti scientifici a performance artistiche, passando da Hobbes e Sartre. Forse è vero che l’uomo è un mostro.
Il pensiero comune volge alle guerre tra paesi confinanti che in questo periodo mietono vittime innocenti.
Se si riflette è evidente che alla base ci sia un senso di prevaricazione e il desiderio di schiacciare definitivamente l’avversario.
L’espressione “homo hominis lupus” descrive uno stato di natura in cui prevale l’egoismo e la lotta per la sopravvivenza, senza regole sociali o morali che limitino il comportamento umano, secondo il filosofo Hobbes. Egli ha sostenuto che l’uomo in un mondo senza regole è solamente aggressivo, competitivo e senza pietà.
L’esistenzialista Sartre riprende questo concetto quando dice che “l’inferno sono gli altri”, anche se è fiducioso del fatto che l’uomo possa essere capace di agire e superare il peso di chi gli sta accanto.
Il male
La conferma sulla cattiveria umana arriva dal dottor Zimbardo, lo psicologo che nel 1971 condusse un esperimento carcerario all’Università di Stanford, in California. Questo per studiare i determinanti di uno specifico comportamento.
Indagando sulla natura umana, volle dimostrare come soggetti facenti parte di un gruppo coeso, in determinate situazioni, tendono a perdere la propria identità per mettere in atto comportamenti che in altri contesti limiterebbero per questioni morali, etiche o per vincoli personali. Il suo esperimento portò alla luce conseguenze che andarono al di là delle previsioni. Confermando in parole semplici come senza un’ordine precostituito si possa influenzare la folla, la massa e renderla un branco aggressivo.

L’arte concettuale
L’artista Marina Abramović è colei che è riuscita a mostrare al mondo come l’uomo non sia un animale empatico. Nel 1974, nella galleria studio Morra a Napoli, offrì sé stessa per dar vita a una performance che si trasformò in un esperimento sociologico, volto a dimostrare il livello di spietatezza che l’uomo può raggiungere nei confronti dei consimili, laddove possa infierire impunemente.
Si posizionò al centro di una sala per sei ore, con lei una scritta. “Ci sono 72 oggetti sul tavolo che possono essere usati su di me nel modo in cui desiderate. Io sono l’oggetto. Mi assumo completamente la responsabilità di quello che faccio”. Inizialmente provarono a sfiorarla, quando le persone capirono che lei sarebbe rimasta immobile le reazioni furono impressionanti. La ferirono, succhiarono il suo sangue, altri assistevano passivamente e lei piangeva. Qualcuno prese la pistola carica dal tavolo e fu interrotto dal gallerista. Ricordate che l’uomo è crudele con chi pensa essere un suo subalterno. Siete fiduciosi sul concetto di bontà?