Il disco di Nebra la più antica mappa stellare a quanto si dice ha svelato altri segreti

Analisi disco di Nebra
Il disco di Nebra – Wikipedia – InchiostroVerde.it

Ricercatori tedeschi hanno ricostruito le antiche tecniche costruttive impiegate per realizzare il Disco di Nebra.

Il disco di Nebra è noto per essere uno dei più famosi ritrovamenti archeologici al mondo. Fu scoperto da alcuni saccheggiatori di antichità nel sito archeologico di Mittelberg Hill, vicino a Nebra.

Il Disco è un manufatto in bronzo di 30 centimetri di diametro che raffigura simboli astronomici, come il sole, la luna, la falce di luna e le stelle, con placcature e scheggiature dorate.

Risale a un periodo compreso tra il 1800 e il 1600 a.C. ed è attribuito alla cultura uniate dell’Europa centrale.

Questo manufatto è ritenuto la più antica rappresentazione dell’universo esistente al mondo ed è probabile che venisse utilizzato per osservazioni astronomiche o per rituali.

Le analisi sul Disco di Nebra

I ricercatori dell’Università di Madenburg, in collaborazione con il Dipartimento statale per la gestione del patrimonio culturale e l’archeologia della Sassonia-Anhalt, hanno eseguito analisi moderne. Hanno preso spunto dall’archeologia forense e sperimentale, con l’obiettivo di svelare il processo di creazione del disco.

Queste tecniche hanno aiutato i ricercatori ad analizzare la struttura del metallo. Questo al fine di comprendere i processi di riscaldamento e lavorazione a cui è stato sottoposto il disco. Questo fu inizialmente fuso a una temperatura di oltre 1200 °C, con successivi ripetuti riscaldamenti a circa 700 °C e forgiato circa dieci volte.
Il ciclo di riscaldamento e rimodellazione è oggi caratteristico di un processo chiamato ricristallizzazione, durante il quale il metallo “guarisce” formando nuovi grani dopo la deformazione, ripristinandone la duttilità e quindi la lavorabilità.

Archeologia
Analisi del disco di Nebra – Wikipedia – InchiostroVerde.it

Come è stato forgiato il disco di Nebra

I ricercatori hanno scoperto che la fase finale della lavorazione, in particolare la rifinitura del bordo del disco, venne effettuata dopo il raffreddamento, un dettaglio che testimonia una conoscenza molto avanzata del comportamento del metallo, nonostante l’epoca, l’assenza di macchine o strumenti di misurazione.

Per sperimentare il processo di produzione, i membri del team hanno collaborato con un esperto ramaio, Herbert Bauer, che ha creato diverse copie del disco utilizzando attrezzature e tecniche dell’età del bronzo, come martelli di pietra e focolari a carbone. Le repliche sono state testate nelle stesse condizioni dell’originale e poi confrontate. Le somiglianze nella microstruttura hanno confermato il presunto processo di produzione. Lo studio, oltre a far luce su tecniche antiche, suggerisce un patrimonio di conoscenze scientifiche sui materiali molto più completo di quanto si pensasse.