Un team internazionale di scienziati ha risolto un mistero che dura da oltre due secoli | Un evento memorabile

Combinando documenti storici con la scienza forense più avanzata, i ricercatori hanno dato una svolta incredibile ad una vecchia scoperta.
Premessa storica doverosa in questo caso. Johannes Bückler (Miehlen, 1779 – Magonza, 21 novembre 1803) è stato un criminale tedesco. Soprannominato Schinderhannes, orchestrò una delle più famose ondate di criminalità nella storia tedesca.
È noto come il Robin Hood tedesco e la sua storia è stata romanzata da un’opera teatrale di Carl Zuckmayers e da diversi film, tra cui “Il principe dei furfanti”.
Bückler dopo una lunga carriera nel crimine fu arrestato e condannato.
Il verdetto era già stato emesso prima dell’inizio del processo, poiché il tribunale aveva già invitato amici e conoscenti all’esecuzione un mese prima.
L’ultimo colpo di scena di Bückler
L’ultimo colpo di scena del principe dei ladri è recente. Infatti, la collezione anatomica dell’Università di Heidelberg conta due scheletri uno di Schinderhannes e uno del suo collaboratore Christian Reinhard. Col tempo gli scheletri vennero ricatalogati, le etichette cambiate e le parti anatomiche a volte separate e ricollocate.
Il disordine nella documentazione creò dubbi sul fatto che l’università avesse ancora le ossa giuste in esposizione. Già nel XIX secolo sorsero quesiti sull’accuratezza delle identificazioni, ma non era stata fornita alcuna prova conclusiva, almeno fino ad ora.

Un’indagine scientifica svela un mistero
Un progetto di ricerca, pubblicato su Forensic Science International, guidato dall’anatomista Sara Doll dell’Università di Heidelberg, ha utilizzato un approccio multidisciplinare per trovare il Robin Hood. I ricercatori hanno esaminato le lesioni documentate riportate da Schinderhannes . Ad esempio un braccio rotto e una gamba fratturata a seguito di un tentativo di evasione dal carcere. Uno dei due scheletri presentava esattamente quelle vecchie fratture, fornendo la prima indicazione fisica di un potenziale errore di identificazione.
Per consolidare l’identificazione, gli scienziati si sono rivolti all’analisi del DNA . Un team ha condotto test del DNA mitocondriale e nucleare. Attraverso un approfondito lavoro genealogico, hanno individuato un discendente vivente della linea materna di Schinderhannes. La saliva del discendente fu confrontata con il DNA estratto dalle ossa. I risultati furono inequivocabili: lo scheletro che un tempo si pensava appartenesse a Schwarzer Jonas era in realtà quello di Schinderhannes. Gli scienziati hanno anche utilizzato i dati genetici per prevedere le caratteristiche fisiche del fuorilegge. Secondo i risultati, Schinderhannes aveva probabilmente occhi castano scuro , capelli scuri e pelle chiara. Questa descrizione contrasta con molte raffigurazioni artistiche del XIX secolo che lo immaginavano con lineamenti biondi o diversamente stilizzati, plasmati più dalla leggenda che dalla scienza.