Un nuovo passo sulla fecondazione in vitro | Un bimbo è nato grazie a un procedimento interamente meccanico

Nel futuro saranno le macchine a far nascere i bambini? L’intelligenza artificiale supera madre natura e concepisce un figlio.
Una forma altamente automatizzata di fecondazione in vitro (FIV) ha portato a una nascita, alimentando la speranza che questo approccio possa ridurre il rischio di errore umano durante tali procedure.
Un metodo di fecondazione in vitro è l’iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi, in cui gli spermatozoi vengono iniettati negli ovuli in una capsula di laboratorio.
Questa tecnica è comunemente utilizzata nei casi di infertilità maschile, poiché gli spermatozoi non devono lavorare per raggiungere l’ovulo.
La fecondazione in vitro può anche essere eseguita mescolando spermatozoi e ovuli in una capsula di laboratorio nella speranza che la fecondazione avvenga in maniera “naturale”.
Un nuovo metodo di fecondazione in vitro
La procedura non sempre ottiene risultati positivi. Questo perché si basa su elevati livelli di precisione da parte dei medici. La più piccola imprecisione riduce le probabilità di fecondazione e di nascita. Così ha affermato Jacques Cohen di Conceivable Life Sciences, un’azienda biotecnologica di New York.
Per risolvere questo problema, il suo team ha sviluppato una macchina in grado di eseguire i 23 passaggi chiave richiesti per l’ICSI.

I figli dell’intelligenza artificiale
La macchina utilizza l’intelligenza artificiale per selezionare gli spermatozoi più sani per la fecondazione, in base al loro aspetto. Quindi immobilizza gli spermatozoi colpendone la coda con un laser per facilitarne il prelievo. Successivamente, inietta gli spermatozoi negli ovuli già prelevati. I ricercatori hanno reclutato una coppia che aveva difficoltà a concepire, perché l’uomo aveva spermatozoi con scarsa motilità. La coppia ha avuto otto ovuli da una donatrice. I ricercatori hanno assegnato casualmente cinque degli otto ovuli donati alla fecondazione tramite il sistema automatizzato, che ha prodotto quattro embrioni.
Hanno poi utilizzato un altro modello di intelligenza artificiale per selezionare i due embrioni migliori, in base all’aspetto dei loro cromosomi. Entrambi sono stati prodotti utilizzando il sistema automatizzato. Ma questo non significa necessariamente che questo approccio produca embrioni più sani rispetto all’ICSI manuale, afferma Cohen. “Non possiamo saperlo ancora a causa del numero limitato di ovociti coinvolti”. Quello che si sa è che, grazie a questo aiuto, la coppia ha avuto un figlio perfettamente sano. Tuttavia, per ora è improbabile che la fecondazione in vitro automatizzata venga ampiamente utilizzata, poiché rappresenta un costo aggiuntivo rispetto alle procedure standard. “Con l’ottimizzazione, la standardizzazione e il perfezionamento del sistema, prevediamo che i costi per il paziente e la clinica diminuiranno”, afferma.