INPS blocca i pagamenti, se non hai inviato questo modulo entro il 1° maggio perdi 1.020€ | Controlla il fascicolo online

Shock tra gli italiani: l’INPS blocca i pagamenti e, se non hai presentato questo modulo entro l’1 maggio, avrai perso ben oltre 1000 €.
Come abbiamo avuto modo di spiegare nei precedenti articoli, negli ultimi anni si è lavorato attivamente per migliorare le condizioni di vita degli italiani, soprattutto per coloro che hanno già diritto al sussidio pensionistico.
Possiamo citare diversi esempi, come l’aumento delle pensioni minime, in modo che i cittadini potessero ottenere un adeguamento dell’assegno e fronteggiare le varie spese quotidiane.
Eppure, tutto questo non finisce qui, perché anno dopo anno, un considerevole numero di lavoratori si prepara a lasciare il lavoro e ad entrare ufficialmente in pensione.
Attenzione: se non consegni questo modulo all’INPS, sei nei guai
In queste settimane, molti lavoratori hanno deciso di lasciare il loro impiego per richiedere la pensione anticipata, così come nei casi di lavori notturni, con età minima da contributi. Tenete sempre presente che l’età di riferimento è quella di 63 anni e 7 mesi per la quota 99,6, oppure 62 anni e 7 mesi per la quota 98,6. Ogni caso specifico viene trattato secondo quanto stabilito dalla legge.
La documentazione deve essere accompagnata anche dal modulo AP45, che specifica l’attività svolta e i riferimenti dei lavoratori nel settore privato, in modo da poter risalire alla carriera lavorativa. Se tutta questa documentazione non viene presentata in tempo all’INPS, si rischiano seri problemi.

Corri il rischio di perdere più di 1000 €, ecco perché
La richiesta di pensione anticipata, infatti, ha tempistiche precise per la presentazione della documentazione, che deve essere esibita entro l’1 maggio 2025 per poter ricevere la pensione anticipata nel 2026. Se non rispetti questi tempi, il rischio è quello di vedere rinviata la decorrenza del trattamento pensionistico, come confermato anche da Today.it.
Infatti, se il ritardo è inferiore a un mese, la prestazione slitterà di un mese. Se il ritardo è di due mesi, la prestazione slitterà di due mesi, e così via, con un aumento di tre mesi per un ritardo superiore ai tre mesi.
Per evitare problemi, potete sempre chiedere informazioni all’INPS o farvi affiancare da un patronato CAF, che vi aiuterà a gestire correttamente la presentazione delle richieste, evitando ritardi e errori nella documentazione.