Il 27 gennaio è la giornata della memoria | Nelle piazze italiane molti esclamano che quei fatti non restino solo un ricordo in un momento come questo

Campo di sterminio
Auschwitz, giornata della memoria – Pixabay – InchiostroVerde.it

“Se vogliamo la Pace prepariamo la Pace”. Queste le frasi in molte piazze italiane in una giornata importante.

“Finalmente le armi tacciono nella Striscia di Gaza, ma il governo israeliano trasferisce la guerra in Cisgiordania, con l’operazione ‘Muro di ferro’: città isolate, Jenin colpita da aviazione e artiglieri”. Questi solo alcuni degli slogan uditi nelle piazze.

Il messaggio invita a fare riflettere coloro che in Israele e in Palestina e in tutto il mondo si sono battuti, perché cessasse il massacro.

La tregua faticosamente raggiunta si deve consolidare, deve diventare permanente.

Le Ong e le Agenzie Onu devono rientrare nella Striscia ed essere poste in grado di operare. Deve partire un vero negoziato per una pace giusta e per la fine dell’occupazione.

Il senso della giornata delle memoria

Lunedì 27 è la giornata della memoria della Shoah. Un giorno per ricordare di non ripetere mai più quegli orrori perpetrati durante la seconda guerra mondiale.

Purtroppo, gli scenari di guerra odierni sembrano non perdere energia e nonostante i tentativi diplomatici di instillare un dialogo vero e prospettato verso la pace, questa sembra lontana. Il conflitto russo-ucraino e quello mediorientale sono degli scenari che è giusto che nella giornata della memoria avvertano ancora più alacremente il peso della parola pace.

Campo di concentramento
Il senso della giornata della memoria – Pixabay – InchiostroVerde.it

Il senso della giornata della memoria

E’ necessario che la memoria dei fatti accaduti durante la seconda guerra mondiale sia sprone per nuove mobilitazioni, solidarietà e iniziative davanti alle tante guerre di oggi. Bisogna evitare che sui conflitti pesi un senso di indifferenza. La guerra è fonte di guadagno per i signori della guerra e questo è un monito per tutti quanti. Bisogna essere presenti in piazza, nella consapevolezza di restare umani, non far morire la pietà, chiedere il rispetto dei principi universali che guidano il diritto internazionale.

Questo è un momento per riflettere, per porre alla vaglio la situazione globale e domandarsi in quale direzione stia andando il mondo. Le ferite della seconda guerra mondiale sono qui per ricordare sempre che quello che è stato non deve più essere. Essere vigili sul vostro presente è l’unico modo per vedere garantito un futuro. L’ultimo partigiano scomparso in questi giorni, è stato Oliviero Bigini. Questo grande uomo si rivolgeva ai ragazzi per diffondere la memoria, trasmettere il sentimento della storia. “La memoria deve vigilare sul presente per renderlo umano e rispettoso. Ma ci sono i nemici della memoria, totalitarismi e regimi che temono la ricchezza intellettuale”, diceva.