Uno Maggio Taranto 2019: nel cast ci sono Max Gazzè, Elio e Malika Ayane

Dopo il grande successo delle passate edizioni torna l’Uno Maggio di Taranto, manifestazione interamente autofinanziata, creata dal Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, un gruppo di operai e cittadini formatosi a seguito del sequestro degli impianti inquinanti dell’Ilva nel 2012. Anche quest’anno la direzione artistica è affidata a Michele Riondino, Roy Paci e Diodato. A condurre l’evento saranno Valentina Petrini, Valentina Correani e Andrea Rivera. Se ne parlato oggi nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta oggi a Roma.

Numerosi sono gli artisti che hanno scelto di aderire all’iniziativa, come sempre, a titolo gratuito. Dalle ore 14.00 si alterneranno sul palco del Parco Archeologico delle Mura Greche: Max Gazzè, Elio, Malika Ayane, Colle der fomento, CorVeleno, Andrea Laszlo De Simone, The Winstons, Dimartino, Epo, Mama Marjas, Tre Allegri Ragazzi Morti, Istituto Italiano di Cumbia, Terraross, Bugo, Sick Tamburo, Bobo Rondelli, Maria Antonietta, The Bluebeaters.

Non mancheranno, anche quest’anno, ospiti provenienti dalla società civile: saremo in collegamento con Ilaria Cucchi e avremo sul nostro palco lo scrittore e vignettista Mauro Biani.

I movimenti in lotta per la difesa del territorio di tutta Italia costituiscono ormai una solida rete e saranno insieme a Taranto, ancora una volta il giorno dell’Uno Maggio Libero e Pensante, per riaffermare insieme i diritti dei popoli e la determinazione comune a difenderli. In una rete di reciproca comprensione e solidarietà internazionale, parteciperanno alla giornata studiosi, rappresentanti di comunità indigene, attivisti dal Sud America al Nord Europa, in lotta per realizzare un nuovo possibile progetto di convivenza in contrapposizione alle attuali politiche energetiche ed economiche.  

 “#unomaggioliberoepensante – si legge in una nota – è il frutto di un processo politico ampio che il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti porta avanti dal 2012 insieme alle comunità del territorio per chiedere la chiusura delle fonti inquinanti che hanno messo in ginocchio la città di Taranto. Una battaglia civile che ha portato alla creazione di un laboratorio politico che non riguarda più solo i tarantini ma che coinvolge tutte e tutti, in un momento storico nel quale resta fondamentale lavorare insieme per affrontare una delle più grandi sfide del nostro tempo: l’annunciato disastro ecologico. Il caso Taranto è dunque un terreno di lotta alla strategia neoliberista che cerca di trarre profitto dai rischi ambientali anziché affrontare il problema alla radice”.

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