“L’acciaio in fumo”: la storia di Taranto e dell’Ilva raccontata da Salvatore Romeo

“L’acciaio in fumo. Storia dell’Ilva di Taranto dal 1945 ad oggi” (Donzelli editore), opera prima di Salvatore Romeo, sarà presentato in anteprima nazionale a Roma il 27 marzo, alla libreria Feltrinelli di Largo Torre Argentina. Subito dopo, venerdì 29 marzo, il libro approderà a Taranto, al Museo Diocesano; il dibattito, promosso dalla Fiom Cgil di Taranto e dall’associazione di public history Fucina 900, inizierà alle 17:30 e vedrà la partecipazione, insieme all’autore, di Francesca Re David, segretaria generale della Fiom, Michele Conversano, direttore del Dipartimento di prevenzione della Asl di Taranto, e Rosaria Leonardi, ricercatrice della Fondazione Gramsci di Puglia e dell’Ipsaic.

“L’acciaio in fumo” racconta per la prima volta in maniera completa il lungo e tormentato rapporto fra Taranto e l’ormai ex Ilva. Per anni gli sviluppi del «caso Ilva» hanno occupato le cronache nazionali, per anni si è discusso del destino del siderurgico, costruito nei primi anni sessanta e ancora oggi ritenuto «strategico» per il paese. Per anni la fabbrica, grande quasi quanto la città, è stata al centro di uno scontro tra proprietà, sindacati, associazioni ambientaliste, magistratura e politica. Ricostruire la storia dell’interazione fra Taranto e il siderurgico è una chiave indispensabile per capire come si è giunti a una delle più gravi crisi industriali e ambientali della storia d’Italia.

Pensata come fattore propulsivo per lo sviluppo del paese, e del Mezzogiorno in particolare, l’acciaieria ha assunto da subito una posizione preminente nei confronti del contesto locale. Le trasformazioni innescate dal suo insediamento hanno sollecitato una dialettica intensa: l’impatto economico e ambientale della fabbrica, il modello di sviluppo ad essa legato, la stessa organizzazione del lavoro sono stati messi in discussione da ampi strati della società ionica in nome di un’industrializzazione attenta ai bisogni del territorio. In seguito, la crisi dell’impresa pubblica e la sconfitta del movimento operaio hanno trasformato Taranto in una delle punte avanzate del nuovo corso liberista. Con l’«era Riva» fra lo stabilimento e il contesto circostante si è aperta una cesura. In questo quadro è esplosa l’emergenza degli ultimi anni, che ha assunto la forma di un conflitto fra ambiente e lavoro, fra fabbrica e città. Uno stallo per il quale ancora non si intravede una via d’uscita.

Con un’analisi appassionata e ben documentata, Salvatore Romeo, dottore di ricerca in Storia economica e curatore della raccolta di scritti di Alessandro Leogrande su Taranto, “Dalle macerie. Cronache dal fronte meridionale”, ripercorre una vicenda in cui storia economica e storia d’impresa, storia urbana e storia ambientale, storia politica e storia sociale si intrecciano facendo emergere il racconto di una città e della sua drammatica trasformazione.