Si è svolta oggi, nell’aula del Giudice del Lavoro De Napoli presso il Tribunale di Taranto, la prima udienza a seguito della denuncia depositata nei confronti di ArcelorMittal ai sensi dell’art. 28 dello Statuto dei Lavoratori per comportamento antisindacale in relazione agli accordi stipulati a settembre tra azienda e sindacati.
“Siamo soddisfatti – dichiara il coordinatore provinciale dell’USB Taranto Francesco Rizzo – perché dopo la nostra denuncia, per la prima volta nella gestione della fabbrica, ArcelorMittal varca la soglia del Tribunale di Taranto. Davanti al Giudice abbiamo portato le evidenze documentali che attestano una serie di incongruenze nell’applicazione dell’accordo di settembre mentre l’azienda ha risposto senza produrre congrua documentazione. Sono stato ascoltato come testimone e ritengo, inoltre, importante il supporto istituzionale attestato dalla presenza in aula del presidente della regione Puglia Michele Emiliano e dell’assessore regionale Mino Borraccino, Il Giudice ha rinviato l’udienza 19 marzo per ascoltare ulteriori testimoni”.
“Non sono mai stati comunicati dei criteri di scelta specifici, questi – sostiene il legale del sindacato USB, l’avvocato Mario Soggia – così come previsto dall’accordo sindacale sottoscritto a Roma il 6 settembre scorso. Ad ogni buon conto, quando è stata data l’informativa da parte dell’azienda riguardo alle scelte fatte, si è trattato di notizie generiche se non fuorvianti ed assolutamente inidonee ad un consapevole e trasparente confronto sindacale. Il sindacato aveva diritto a ricevere le esatte e precise comunicazioni per poi confrontarsi con l’azienda e svolgere in modo consapevole ogni azione a tutela dei lavoratori. L’azienda non ha mai prodotto alcun verbale, nessuna graduatoria o classificazione del personale o documento a riguardo, pur dichiarando di aver rispettato ogni criterio di selezione del personale assunto. Ancora oggi non è dato capire come operativamente quali logiche siano state applicate”.
“Oggi abbiamo testimoniato – dichiara il coordinatore nazionale USB Sergio Bellavita – in tutta evidenza che l’azienda non solo non ha nessuna prova documentale in merito alle informazioni sulla scelta dei lavoratori ma che ha voluto gestire questa fase di transizione in modalità unilaterale in spergio dell’accordo e delle risorse pubbliche per mezzo delle loro decisioni in merito alla forza lavoro impiegata nella fabbrica. Confidiamo che il Giudice recepisca la nostra denuncia”.
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