TARANTO – Nei supermercati italiani, si trovano le arance del Sudafrica; quelle prodotte a Taranto, intanto, restano sugli alberi oppure vendute a prezzi stracciati.
Dopo le gelate, l’aumento delle importazioni dall’estero e la diminuzione dei prezzi corrisposti ai produttori jonici, tutto il comparto agrumicolo tarantino sta vivendo una crisi epocale, con l’erosione spaventosa del reddito e imprese in grandissima difficoltà.
“Dopo l’incontro che si è tenuto nella sede della Provincia di Taranto, CIA Agricoltori Italiani ritiene sia necessario e urgente aprire un tavolo di crisi per il comparto agrumicolo”, ha dichiarato Pietro De Padova, presidente provinciale di CIA Due Mari (Taranto-Brindisi).
“Il primo obiettivo è quello di aiutare gli agricoltori danneggiati dalla gelata a vedersi assegnati, in tempi rapidi, i fondi che vadano a coprire gli oltre 2 milioni di euro di danni subiti”, ha aggiunto Vito Rubino, direttore provinciale di CIA Due Mari.
“Si tratta, però, solo di un punto di partenza”, ha spiegato Rubino. “Occorre lanciare un piano strutturale che preveda una campagna di informazione e promozione in favore degli agrumi pugliesi, oltre ad accordi equi tra la Grande Distribuzione Organizzata e le Organizzazioni di Produttori, così da assorbire la produzione ancora sugli alberi che altrimenti è destinata al macero”. Nel pacchetto di interventi proposti dalla CIA, inoltre, ci sono “politiche di sostegno al reddito, riduzione degli oneri contributivi e delle imposte a carico delle aziende agricole, una moratoria almeno parziale dei mutui che pesano sulle imprese che intendono investire per rilanciarsi”, ha specificato De Padova.
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