Inceneritore di Massafra, Vianello (M5S) interroga il ministro Costa

“L’inceneritore di Massafra gestito dalla Appia Energy è una minaccia per l’ambiente che lo circonda.

Esso infatti ricade esattamente nel sito di interesse comunitario dell’Area delle Gravine, ritenuto, tra l’altro, una zona di protezione speciale, oltre che di notevole importanza per la protezione di uccelli selvatici e dei loro preziosi habitat, a ridosso del Parco naturale regionale, Terra delle Gravine.

Siamo quindi di fronte a una centrale termoelettrica fortemente e gravemente impattante che si appresta, dopo varie vicende di ricorsi giurisdizionali, a un raddoppio in danno di un’area evidentemente di enorme rilievo ambientale e paesaggistico.

Perfino un’intera zona boschiva sarebbe stata compromessa, addirittura estirpata, come denunciato anche da un noto programma televisivo, il quale ha reso noti atti dai quali emergerebbe una ‘vaporizzazione’ della vegetazione boschiva prima presente, imputabile alle evidenti incisioni lasciate dai denti di un escavatore meccanico.

Si aggiunga che Arpa Puglia ha rilevato numerose criticità proprio sul raddoppio, dato che, tra l’altro, non risulta all’attivo il sistema di campionamento in continuo per la determinazione del contenuto di diossine e furani del camino e non vi è conformità nella gestione delle acque di seconda pioggia, le quali cadendo potrebbero trasportare con sé sostanze inquinanti.

Alla luce di questi elementi è evidente pensare che molto probabilmente l’area di tutela, in relazione alla conservazione degli habitat naturali, della flora e della fauna selvatica, è seriamente minacciata.

Per tutti questi motivi ho chiesto al ministero dell’Ambiente, per quanto di sua competenza, come intenda contribuire per la tutela di un territorio di importante interesse ambientale e paesaggistico che necessita di particolari forme di salvaguardia. Congiuntamente ho presentato sullo stesso tema un esposto alla Procura di Taranto”.

Così il deputato del Movimento 5 Stelle, Giovanni Vianello, che sul tema ha presentato una interrogazione parlamentare al ministero dell’Ambiente e un esposto alla Procura di Taranto.