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L’ONA si costituisce parte civile al processo ILVA ter

L’ONA si costituisce parte civile al processo ILVA ter e chiede la chiamata in causa del Ministero delle attività produttive e della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Tribunale di Taranto rinvia la causa all’udienza del 18.12.2018. 

Si tratta del procedimento penale n. 10136/2011 RG NR e n. 3214/2012 RG GIP, GUP Dott. Ruberto, a carico di Giambattista Spallanzani, direttore dell’Italsider tra il 1973 e il 1978, Sergio Noce, direttore tra il 1978 e il 1982, Attilio Angelini, direttore tra il 1984 e il 1987, Francesco Chindemi, direttore tra il 1989 e il 1993, Nicola Muni, direttore tra il 1993 e il 1995, Ettore Salvatore, direttore tra il 1995 e il 1996, Luigi Capogrosso, direttore tra il 1996 e il 2012; i tre capi reparto Pietro Loforese, Elio Buono ed Emanuele Imperiale e i medici Giancarlo Negri e Luciano Greco.

«Il GUP ha disposto il rinvio della causa all’udienza del 18.12.2018. L’ONA formalizzerà la costituzione di parte civile, con richiesta di citazione a carico della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero delle attività produttive, in quanto, ove gli imputati fossero non solvibili, lo Stato dovrà risarcire le vittime», dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto. Spallanzani, Noce e Angelini, sono stati già stati condannati dalla Corte d’Appello di Taranto, a giugno del 2017, per la morte di altri 5 operai dell’Italsider-Ilva, a pene varianti tra 2 anni e 2 anni e 8 mesi. Le vittime, come si legge nel capo di imputazione, hanno lavorato nello stabilimento siderurgico più grande d’Europa per oltre 20 anni senza mai ricevere alcuna protezione e senza essere mai stati informati sul rischio amianto.

La richiesta di rinvio a giudizio, è stata firmata dal sostituto procuratore Giorgia Villa. Le ipotesi di reato sono cooperazione colposa in omicidio colposo e in lesioni personale gravissime colpose per imprudenza, negligenza, imperizia e inosservanza delle norme sull’igiene del lavoro. Messi agli atti i certificati di malattia professionale rilasciati dall’INAIL e quelli degli accertamenti dello SPESAL, il Servizio Prevenzione e Sicurezza Negli Ambienti di Lavoro. Secondo il RENAM, Registro Nazionale Mesoteliomi per la Puglia, coerentemente con le rilevazioni dell’Osservatorio Nazionale Amianto, negli ultimi 20 anni sono stati censiti 1191 casi di mesotelioma, pari al 4,4% su base Nazionale, di questi il 40% solo a Taranto, pari a 472 casi. Di questi ultimi, il 70% sono occupazionali; la restante parte, comunque è attribuibile all’area siderurgica.

 

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