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Pesca in Adriatico, D’Amato (M5s): “Bruxelles e le lobby vogliono bloccare storico accordo”

“Siamo tutti d’accordo sul fatto che il futuro della pesca dipenda dall’equilibrio tra sostenibilità ambientale, sociale e biologica. Ma proprio per questo non possiamo accettare le ingerenze di chi, dalla stessa Commissione europea alle lobby della grande industria, sta cercando di stravolgere il regolamento sulla pesca dei piccoli pelagici nel mar Adriatico che stiamo discutendo al Parlamento Ue”. Lo dice l’eurodeputata del Movimento 5 stelle Rosa D’Amato in merito alle nuove norme in via di approvazione a Bruxelles sulla pesca di sardine e acciughe nel Mar Adriatico. “I grandi armatori – continua – sarebbero favorevoli all`introduzione di vere e proprie quote che nei fatti si tradurrebbero in un pesante colpo per la pesca tradizionale e delle piccole imprese. E questo in barba al recente accordo tra tre Paesi finora competitor ovvero Italia, Croazia e Slovenia, che per la prima volta si sono espressi come unica voce a difesa dei piccoli pescatori”.

Per l’eurodeputata 5 stelle, “occorre sfatare i falsi miti, come la presunta situazione drammatica in cui verserebbero acciughe e sardine nell’Adriatico. Non è così e chi lo dice o non conosce la realtà di cui parla, o, peggio, mente sapendo di mentire. I dati sulla biomassa esistente a cui si vorrebbe legare la cosiddetta ‘ escapement strategy’ per determinare gli sforzi di pesca sono a oggi vecchi di due anni. E in un bienno le condizioni della risorsa variano enormemente. Ecco perché tale strategia è inattuabile in queste condizioni e perché abbiamo proposto di applicarla eventualmente solo dopo il 2022, a condizione però che vi siano dati scientifici migliori e più puntuali che ne dimostrino il reale bisogno e una preliminare analisi socioeconomica sul suo impatto, così come stabilito dalla stessa Politica Comune della Pesca”.

“La verità – prosegue D’Amato – è che i piccoli pescatori hanno già dovuto affrontare una drastica riduzione delle catture. Ed è ora di dire basta. Occorre fissare dei limiti di pesca equi e graduali in un quadro rigoroso di misure tecniche accompagnato dal necessario supporto finanziario del FEAMP. Solo cosìeviteremo un’ulteriore, inutile e controproducente crisi della piccola pesca, questa sì di dimensione drammatiche”, conclude.

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