Il tempo delle attese in oncologia: se ne parla a Grottaglie

Il tempo dell’attesa in oncologia è scandito dal tempo della malattia. Come un Giano bifronte il tempo è custode di ogni forma di mutamento ed è padrone di tutto ciò che concerne la malattia, dall’inizio, dalla sua diagnosi al suo esito, passando dal processo di cura e terapia. Il tempo diventa anche misura della “dignity therapy” e di una nuova dimensione che coinvolge gli aspetti sociali, relazionali e comportamentali del paziente oncologico.

Proprio su questi argomenti sabato 29 settembre, con inizio alle ore 9, nella sala congressi della Chiesa dei Paolotti a Grottaglie, in occasione della celebrazione della 3° giornata nazionale di psico-oncologia, l’associazione italiana di psicologia, sezione Puglia e Basilicata, in collaborazione con l’associazione onlus “Medici per san Ciro” ha organizzato un convegno (con i patrocini della città di Grottaglie, Ordine dei medici di Taranto, associazione Pandora I-DEA e l’ordine degli psicologi della regione Puglia), strutturato in quattro sessioni, che vuole essere per psicologi, medici, avvocati un momento di confronto ed approfondimento sulla prevenzione, sull’etica dell’attesa che impatta sul decorso della malattia oncologica, sul rispetto della dignità del paziente. Non mancherà la voce alle associazioni che si adoperano in vario modo a sostegno dei malati oncologici.

“In prima istanza-spiega il Presidente dell’Associazione “Medici per San Ciro” Salvatore Lenti- una malattia oncologia crea disorientamento e genera nel paziente ansia e paura di affrontare un percorso che spesso non è facile da gestire se non con un intenso lavoro del setting assistenziale, mirato a promuovere l’empowerment del paziente e la sua compliance al processo di cura.

Il paziente oncologico deve poter reagire al proprio stato di salute, accettare una nuova percezione del sé in un processo di trasformazione degli stili di vita e di adattamento al nuovo, la malattia che incombe. È questa una fase molto delicata del paziente che trascina con sé anche gli equilibri familiari, relazionali e comportamentali. Pertanto è importante lavorare sulla gestione della crisi e sullo sviluppo di un nuovo equilibrio attraverso la messa in campo di soluzioni adattive e di percorsi di cura e di sostegno alla persona durante l’iter diagnostico e terapeutico.”

L’approccio della psicologia ai malati oncologici sollecita il recupero della dignità del paziente nell’esperienza di trattamento e cura. “Alcune ricerche- spiega Grazia Manica, psico-oncologa consigliere regionale dell’associazione italiana di psico-oncologia (SIPO), sezione Puglia Basilicata- hanno messo in evidenza che quei pazienti che mobilitano uno spirito grintoso e un atteggiamento positivo reagiscono con maggiore aderenza alle cure ed allontanano l’ansia e la depressione. Analogamente alcuni pazienti percepiscono la dignità direttamente correlata alla malattia, al controllo dei sintomi fisici, emozionali, esistenziali, alla continuità del sé, al mantenimento della normalità. La sensazione di perdita di dignità,- conclude Grazia Manica- può risentire di fattori legati alla malattia come il livello di indipendenza, fisica e cognitiva, e la sofferenza, fisica e psicologica, e su questi fattori incideranno gli specialisti della psiconcologia“.