“Dal 7 giugno Di Maio, e tutto il governo, non risponde alla nostra richiesta di abrogare la norma che garantisce l’immunità penale agli acquirenti Ilva in caso di violazione della legislazione ambientale e sanitaria, come previsto all’art.2 comma 6 del D.L. n.1 del 2015 modificato dall’art.1 comma 4 del D.L. n.98 del 2016” . Lo dichiara Angelo Bonelli dei Verdi che aggiunge: “Il silenzio di Di Maio su questo punto e’ indecente perché ogni giorno che passa e’ un danno all’azione penale della magistratura perché si configura per legge una sorta di “diritto a inquinare” per i soggetti i cui comportamenti sono protetti da uno scudo immunitario realizzando coì un grave disequilibrio tra il diritto alla salute e all’ambiente salubre da un lato ed il diritto all’iniziativa economica dall’altro, con violazione degli artt. 2, 9, 32 e 41 della Costituzione”.
“A conferma della gravità della norma sull’immunità – continua l’esponente dei Verdi- in data 2 maggio 2018 il sostituto Procuratore Mariano Buccoliero, coordinatore del pool ambiente della Procura tarantina, si è visto costretto a chiedere l’archiviazione di un’indagine al Giudice per le indagini preliminari, prendendo atto che il decreto del 2015 e sue modificazioni “autorizza l’attività produttiva anche in presenza di deficienze impiantistiche che possono determinare pericolose emissioni di sostanze nocive:l’indagine di Buccoliero riguardava le gravi concentrazioni di diossina che si erano registrate nel quartiere popolare di Tamburi a Taranto nel 2014 che avevano raggiunto i 790 picogrammi mentre il limite soglia e’ 21.”
“Ci troviamo di fronte ad un gioco delle parti di pirandelliana memoria perché Di Maio ha già deciso: vendere a Mittal in cambio di qualche concessione e il capo del M5S sa che nessuno comprerà Ilva se non sarà garantita l’immunità penale e questo è il motivo per cui il governo non risponde su questo punto, ma questo e’ un comportamento inqualificabile”, conclude Bonelli.
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