Di seguito le dichiarazioni del consigliere regionale Renato Perrini.
Come mia consuetudine rispetto sempre il lutto. Lo faccio per la famiglia e per me stesso, perché il silenzio mi dà la possibilità di riflettere.
Ho lavorato per sette anni in Ilva. Ho lavorato per una ditta dell’appalto e conosco molto bene i reparti. Io ho avuto il coraggio di licenziarmi, guidato forse più dall’incoscienza. Ho aperto un’attività per conto mio, probabilmente perché non è nella mia natura stare alle dipendenze di qualcuno. Sono andato via sì, ma non rinnego gli anni trascorsi a lavorare in acciaieria, perché il lavoro nobilita sempre l’uomo.
Sono passati vent’anni da quando ho lasciato l’Ilva, e devo dire con onestà che ai miei tempi non c’era tutto il degrado che si vede oggi: reparti insicuri a tal punto da avere persino paura ad entrarci, e pochissima manutenzione. Questa è la dimostrazione che i soldi per la custodia degli impianti, o non sono stati spesi, o sono stati spesi malissimo.
Ora che sono nelle istituzioni, mi rendo conto che lo stabilimento è vecchio, in condizioni pessime e che così non si può andare avanti. In giro per il mondo ci sono centri siderurgici molto più avanzati del nostro. L’ho detto in piò occasioni che chiudere l’Ilva non è al momento una strada percorribile. E ci tengo a sottolineare che io non ho nessun interesse in Ilva, quindi potrei sorvolare su alcuni temi, e pensare solo alla salvaguardia della salute. E invece no, questa vertenza va guardata con onestà e lucidità. E proprio perché sono lucido quando parlo vi dico anche che lasciarla così com’è, è da folli.
La fabbrica va messa a norma e in sicurezza, riconvertita, e va trovato un equilibrio tra diritto al lavoro e diritto alla vita. Impossibile? Ripeto altrove è stato fatto.
Quando poi rifletto sulle ditte dell’indotto, che vengono pagate male e a singhiozzi, e di conseguenza non possono sempre garantire il salario ai loro dipendenti, mi domando come facciano queste persone a restare serene e a continuare a lavorare con tutta l’incertezza che vivono nel quotidiano.
Dentro la vertenza Ilva, ci sono tante piccole vertenze, ognuna con un suo peso specifico. E tutte meritano di avere attenzione e soluzione.
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