Riceviamo e pubblichiamo una nota di Potere al Popolo – Taranto.
Padova, Carrara, Monfalcone, La Spezia e ora Taranto. In poco più di una settimana otto lavoratori gravemente infortunati, e di questi al momento quattro morti. Da ultimo, Angelo Fuggiano, dipendente della Ferplast, azienda dell’appalto Ilva. E’ il bilancio di una mattanza, di una guerra non dichiarata: quella che quotidianamente vede noi lavoratori soccombere di fronte all’interesse di padroni senza scrupoli. Sarà la magistratura a chiarire la dinamica dei fatti e le eventuali responsabilità individuali; non si può tacere intanto un giudizio politico.
In questi anni noi lavoratori siamo stati schiacciati: i nostri diritti compressi, il nostro potere nei luoghi di lavoro quasi del tutto svuotato. La fame di lavoro, soprattutto al Sud, è stata usata per metterci gli uni contro gli altri, e farci accettare condizioni sempre più degradanti. Tutto in nome dell’efficienza, per permettere alle imprese di superare la crisi e agguantare la ripresa. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: un aumento clamoroso dello sfruttamento, maggiore stress e insicurezza.
A questo attacco dobbiamo rispondere. Non possiamo restare a guardare i nostri colleghi cadere, finché non toccherà anche a noi; non possiamo continuare ad accettare l’inaccettabile. Serve una grande mobilitazione, da Nord a Sud, per rivendicare sicurezza e diritti, per reclamare lavoro stabile e salari decenti. La vita di ognuno di noi vale molto di più dei guadagni delle aziende per cui lavoriamo.
Come lavoratori e lavoratrici attivisti di Potere al Popolo di Taranto ci stringiamo attorno alla famiglia di Angelo Fuggiano, e faremo tutto quello che possiamo per portarle il nostro sostegno. Ognuno di noi è fratello e sorella di Angelo; al suo posto poteva esserci chiunque di noi. Morire in questo modo è atroce e insensato. Che il dolore e la rabbia possano trasformarsi in forza, per riscattare Angelo e tutti i compagni caduti.
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