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Ilva, Fiom Cgil: la vendita di Ilva continua a subire slittamenti

Riceviamo una nota stampa a firma di Francesco Brigati (segreteria provinciale della Fiom Cgil).

La necessità di approfondire l’istruttoria sul dossier Ilva ha spinto l’Antitrust europeo a prendere più tempo, al momento è stato infatti rinviato al 23 maggio, prima di pronunciarsi sull’acquisizione di ILVA da parte di Am InvestCO.

Inoltre la trattativa sindacale non è ancora stata avviata e i continui rinvii del Ministero dello sviluppo economico delineano un percorso molto difficile e in salita, in quanto Mittal sembra non voler fare alcun passo indietro in merito ai livelli occupazionali e al piano industriale e ambientale.

La Fiom Cgil, in sede ministeriale, ha espresso le proprie perplessità sulla cattiva gestione legata alla vendita del gruppo Ilva che ha mostrato, in più occasioni, molte ombre e poche luci sul futuro di un settore strategico per il nostro Paese. La trattativa sindacale continua pertanto ad essere in salita. 

Il nodo dei livelli occupazionali e del piano industriale. L’offerta vincolante prevedeva l’assunzione di 9407 dipendenti nel 2018, destinati a subire un’ulteriore riduzione, 8480 dipendenti, per l’intera durata del piano industriale. Successivamente Arcerol Mittal ha comunicato la disponibilità a migliorare alcuni aspetti dell’offerta precedentemente presentata assumendosi ulteriori impegni in ambito occupazionale.

Secondo quanto sottoscritto nel contratto di affitto con obbligo di vendita infatti, Am Investco avrebbe dato garanzie, direttamente o tramite altre società del gruppo, di arrivare ad un numero complessivo pari a 10mila lavoratori, per la sola durata del piano industriale. La Fiom Cgil ritiene tale situazione inaccettabile. È necessario infatti avviare una trattativa sindacale partendo dall’eliminazione di quanto previsto dalla procedura ex art. 47. Tale procedura è stata infatti respinta da tutte le organizzazioni sindacali, in occasione dello sciopero del 9 ottobre, con una straordinaria partecipazione dei lavoratori di tutto il gruppo Ilva.

 Piano ambientale e protocollo d’intesa 

Il DPCM del 29 settembre 2017 ha definito il quadro normativo con il quale vengono disciplinati gli interventi che l’aggiudicatario deve effertuare, nel rispetto dei tempi previsti dalla legge, per la tutela dell’ambiente. La fiom Cgil ha presentato le proprie osservazioni al piano ambientale provando ad incidere sui tempi e sopratutto sulle modifiche da apportare all’attuale ciclo produttivo.

La Fiom Cgil ritiene pertanto fondamentale avviare una discussione su quanto contenuto all’interno del protocollo d’intesa del Ministero dello Sviluppo Economico per evitare spiacevoli sorprese che potrebbero portare ad un ricorso al Tar del lazio. La Valutazione del danno Sanitario è una conquista della Fiom Cgil che sin dal primo momento si è battuta per inserirla all’interno del piano ambientale presentato da Mittal. Adesso il compito delle istituzioni locali e del sindacato, quest’ultimo fuori dal protocollo d’intesa,  è quello di provare a costruire un accordo che dia garanzie e risposte certe dal punto di vista ambientale e occupazionale.

 Parchi minerali. La posa della prima pietra 

In data 20 febbraio Ilva, a seguito di sollecitazioni pervenute dalla Fiom Cgil,  ha incontrato le organizzazioni sindacali per illustrare il progetto relativo all’avvio dei lavori afferenti la copertura dei parchi minerali  e le relative problematiche legate alle attività di bonifica, alla pavimentazione e alla gestione delle acque reflue derivanti dalle prescrizione contenute nel DPCM del 29 settembre 2017. La Fiom Cgil durante l’incontro ha chiesto delucidazioni in merito alle attività propedeutiche all’ avvio dei lavori di copertura dei parchi minerali, ovvero caratterizzazione della falda superficiale e profonda, bonifica del terreno e messa in sicurezza della falda superficiale.

La Fiom Cgil, in relazione alle risposte fornite da Ilva, ritiene che i tempi per l’avvio dei lavori di copertura di fatto sono ancora fermi, la vera fase di cantierizzazione, ovvero la realizzazione delle opere fondazionali profonde ed in elevazione e la realizzazione delle strutture metalliche, avverrà infatti solo entro la metà del 2018. Prossimi incontri presso il MISE: 29 marzo e 11 aprile.

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