“Ribadiamo il nostro appello, questa volta rivolgendoci ai parlamentari pugliesi neoeletti, nonché alla Regione, di farsi promotori di una legge che vieti la tecnica dell’airgun, estremamente pericolosa e impattante per l’ecosistema marino, oltre che la redazione di un Piano delle Aree per le attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi,da sottoporre a valutazione ambientale strategica, per avere un quadro degli effetti cumulativi delle attività petrolifere in corso, visto che la nostra regione continua a far gola alle società petrolifere”.
Questo il commento di Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, alla luce del respingimento dei ricorsi proposti lo scorso 26 ottobre dalla Regione Puglia e da alcuni Comuni pugliesi, i quali impugnavano i decreti del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che autorizzavano le ispezioni di ricerca di idrocarburi, al largo della costa pugliese con l’airgun, e che quindi, di fatto, oggi consentono alle società petrolifere di utilizzare questa tecnica che potrebbe avere ripercussioni negative sulla fauna e sulla flora marina. Infatti, mediante cannoni ad aria compressa, provoca onde sismiche sottomarine in grado di scandagliare i fondali attraverso appositi rilevatori sonori per verificare o meno la presenza di petrolio.
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