Veleni a Taranto: un macigno che pesa anche sullo sviluppo cognitivo dei bambini

TARANTO – Da tempo cercavamo di ottenere i dati provinciali e comunali relativi all’incidenza di casi di bambini e ragazzi con diagnosi certa di DSA (disturbi specifici di apprendimento) a Taranto.

A differenza di altre regioni (una su tutte l’Emilia Romagna) che hanno pubblicato in collaborazione col MIUR i dati regionali e provinciali dei casi di DSA, suddivisi per fasce di età e scuole frequentate, ci risulta che la Regione Puglia non abbia mai reso pubblici in modo sistematico i dati che ogni scuola possiede e che comunica agli organi competenti (Provveditorato e Ministero Istruzione).

Per DSA si intende una serie di disturbi nell’apprendimento di alcune abilità che ogni bambino e ragazzo dovrebbe sviluppare nel corso della frequenza scolastica. Questi disturbi interessano soprattutto la sfera del linguaggio, della lettura e del calcolo matematico.

Molto spesso i disturbi non sono evidenti e non causano particolari difficoltà nell’iter scolastico dei soggetti che ne sono interessati, sempre che questi ricevano il giusto aiuto con metodi appropriati di insegnamento e con l’utilizzo di opportuni ausili didattici.

I principali disturbi DSA sono: dislessia, disgrafia, discalculia, disortografia, disturbi del linguaggio. Dal 2015 è scattato per le scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado l’obbligo di pubblicare, nella piattaforma del MIUR SCUOLA IN CHIARO, tutti i dati relativi a: CONTESTO (caratteristiche della popolazione scolastica, caratteristiche territoriali e sociali, risorse economiche, risorse professionali), ESITI (risultati scolastici rapportati a quelli nazionali ed europei), AUTOVALUTAZIONE, PRIORITÀ e TRAGUARDI RAGGIUNTI.

In pratica, secondo gli obiettivi del Ministero dell’Istruzione, ogni scuola diventa trasparente e questo può facilitare la scelta dell’istituto giusto per i nuovi iscritti e nel contempo, sfruttando lo strumento di autovalutazione, essere lo stimolo per migliorare offerta didattica e formativa.

Nel dicembre 2016, è stata presentata una prima tranche di uno studio coordinato dal Prof. Lucchini, docente di Medicina del Lavoro all’Università di Brescia, che valutava i possibili effetti dei metalli pesanti,misurati nel sangue e nelle urine dei bambini di varie scuole di alcuni quartieri di Taranto, sullo sviluppo cognitivo, sulle capacità attenzionali e sul Q.I. dei bambini.

Secondo Lucchini, al netto dell’incidenza dei livelli socio-culturali delle famiglie di provenienza, la maggiore o minore vicinanza alle fonti inquinanti determinava effetti differenti sui parametri misurati, con una oggettiva situazione di svantaggio per i primi.

Dalle schede di SCUOLA IN CHIARO emerge che per le scuole tarantine più prossime all’area industriale il problema DSA è effettivamente riportato e incide  in modo significativo sulle attività didattiche. Siamo andati a verificare quanto riportato su questo aspetto nelle schede di autovalutazione delle scuole dei quartieri più prossimi alla grande industria.

Ecco per esempio quello che riporta la scheda del complesso Vico Deledda  che presenta 17 casi di DSA certificata (leggi qui): “…recenti indagini dell’ISS su un campione significativo di alunni hanno evidenziato l’incidenza degli agenti neurotossici di provenienza industriale sulla capacità di apprendimento e sui disturbi evolutivi che si aggiungono all’impoverimento cognitivo legato allo svantaggio culturale”.

Anche le schede delle scuole Giusti (Tamburi) e Consiglio (Taranto Vecchia) indicano una incidenza abbastanza alta (10%) di bambini con bisogni educativi speciali, pur senza specificare il numero di casi certi di DSA.

Un problema assolutamente prioritario questo, forse non meno importante di quello relativo all’incidenza di patologie tumorali. A Brescia l’equipe del Prof. Lucchini sta svolgendo indagini molto approfondite sul problema intossicazione da metalli pesanti, allargando le indagini anche a una patologia quale il Parkinson.

Al di là degli studi e delle indagini dell’ISS eventualmente in corso e i cui risultati saranno probabilmente noti solo tra molti mesi, sarebbe opportuno accendere un focus sul problema con la creazione di un vero e proprio registro dei disturbi cognitivi nei bambini e negli anziani, così come avviene in altre regioni.

Andrebbe inoltre potenziata la diagnosi precoce di questi disturbi che, se non trattati immediatamente, potrebbero causare danni permanenti nello sviluppo cognitivo futuro dei soggetti interessati.

I metalli pesanti si concentrano soprattutto nel suolo e nella falda e permangono per tempi molto lunghi e facilmente entrano nella catena alimentare attraverso acqua e vegetali. È questo un problema di cui troppo poco si parla e tanto meno viene affrontato da chi, forse troppo superficialmente, dichiara che a Taranto tutto va meglio e che i parametri ambientali sono tornati nella norma.

LA SCHEDA DELLA SCUOLA DELEDDA

“La nostra Scuola opera in una realtà notevolmente complessa. Lo stato di svantaggio del quartiere è in crescita, in considerazione della grave crisi occupazionale dell’allontanamento dal quartiere delle famiglie culturalmente più elevate.

Mancano o sono insufficienti i luoghi di aggregazione sociale e i nostri ragazzi sovente vengono avviati precocemente nel mondo adulto anche verso forme di devianza.

Inoltre, recenti indagini dell’Istituto Superiore della Sanità su un campione significativo di alunni hanno evidenziato l’incidenza degli agenti neurotossici di provenienza industriale sulle capacità di apprendimento e sui disturbi evolutivi che si aggiunge all’impoverimento cognitivo legato allo svantaggio culturale.

La scuola conta numerosi BES, tra cui 53 disabilità certificate, altrettanti casi non diagnosticati per i quali è previsto un PDP, 17 alunni con DSA certificati. Ciò aumenta la complessità didattica delle classi ove la distribuzione degli alunni per classe/sezione è adeguato ( 20,71, fonte relazione al conto consuntivo 2016).

, Mentre il numero medio di studenti per insegnante rilevato ( 29,46) è di molto più alto rispetto ai benchmark territoriali. Ciò dipende dalla distribuzione delle cattedre di completamento nella scuola primaria e dalla distribuzione delle discipline nella scuola secondaria. Il rapporto docente- alunni non è adeguato visto l’altissimo numero di BES”.