Parco Eolico nella rada esterna del porto di Taranto: si allungano i tempi

TARANTO – A che punto è l’iter per la realizzazione di un Parco Eolico nella rada esterna del porto di Taranto? Una novità è arrivata nei giorni scorsi. Il Ministro dell’Ambiente, di concerto con il Ministro dei Beni Culturali, ha deciso la proroga del termine di validità del decreto di compatibilità ambientale n. 391 del 24 luglio 2012 relativo al progetto proposto dalla società Beleolico Srl (ex Società Energy Spa) per un periodo di trentasei mesi a decorrere dalla data di scadenza, ovvero fino al 24 agosto 2020. In sintesi, si allunga di tre anni l’iter ambientale del primo parco eolico offshore italiano e del Mediterraneo.

Inoltre, il quadro prescrittivo del decreto di compatibilità ambientale viene integrato con la seguente prescrizione B.11: “Per la realizzazione del cavidotto interrato insistente sul regio Tratturello Tarantino, nella fase di progettazione esecutiva, dovrà essere acquisito il parere della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Brindisi, Lecce e Taranto, ai sensi dell’art. 21 del D.Lgs. n. 42/2004. Termine per l’avvio della verifica di ottemperanza: ante-operam – Fase di progettazione esecutiva”. La Soprintendenza provvederà alla verifica di ottemperanza di tale prescrizione.

Il provvedimento dei due Ministeri cita la richiesta di proroga dei termini di validità del decreto ambientale fino al 24 agosto 2020, avanzata dalla società Beleolico con una nota del 17 gennaio 2017. Necessità che si è presentata perché il progetto è “stato oggetto di numerosi ricorsi amministrativi che hanno ritardato l’iter di realizzazione”.

La società ha riferito che, ad oggi, è in attesa dell’acquisizione, tra l’altro, di una serie di provvedimenti propedeutici all’avvio degli interventi previsti dal Decreto n. 391 del 24 luglio 2012: “Approvazione definitiva dell’atto di concessione demaniale marittima delle aree marittime interessate dagli interventi; avvio del procedimento di apposizione del vincolo preordinato all’esproprio da parte del Comune di Taranto e delle azioni consequenziali”.

Con parere del 29 settembre 2017, la Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA e VAS ha ritenuto che possa essere accolta la richiesta di proroga avanzata dalla Beleolico Srl.

E’ stato acquisito anche il parere tecnico istruttorio favorevole alla proroga espresso dal Ministero dei Beni culturali con nota del 15 novembre 2017. Tale Ministero ha riconfermato tutte le prescrizioni contenute del decreto ed ha integrato con un’ ulteriore prescrizione (B.11) che abbiamo già riportato nell’articolo.

Rispetto al provvedimento di proroga emanato dai due Ministri e registrato il 17 gennaio 2018, è ammesso ricorso al Tar entro 60 giorni e al Capo dello Stato entro 120 giorni, decorrenti dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Vedremo nei prossimi mesi, come si evolverà l’iter di un progetto di cui si parla poco ma che ha sempre trovato spazio sul nostro sito, anche grazie alla collaborazione offerta dal collega Gianmario Leone (LEGGI QUI).

Leggi il provvedimento: decreto proroga.

IL PROGETTO NEL PORTO DI TARANTO: COSA PREVEDE

Il progetto nella rada esterna del porto di Taranto prevede l’installazione di dieci turbine off shore, con un’altezza mozzo di 100 metri e con una potenza nominale di 3 MW.

Le turbine del Parco Eolico sono localizzate in due gruppi: il primo gruppo, formato da 4 elementi, si troverà lungo le banchine del porto di Taranto, mentre le altre 6 saranno distribuite alla fine del molo.

”Tale area – spiega l’ingegner Luigi Severini, progettista e direttore dei lavori in una relazione tecnica – è stata selezionata sulla base di accurati studi e considerazioni relative alla risorsa eolica disponibile, alla presenza di vincoli di varia natura e genere, distanza dalla costa, natura e profondità dei fondali, possibilità di connessione alla rete elettrica nazionale”.

Con una potenza complessiva di 30 MW, “si prevede che il parco produrrà 80 GWh all’anno, tanta energia quanta ne occorrerebbe per alimentare i consumi annui di 9.000 abitazioni, – riferisce Belenergia – consentendo di evitare l’emissione di 40.000 tonnellate di C02 ogni anno. I costi di costruzione, invece, sono stimati in circa 63 milioni di euro”.