Dal 2 gennaio il palazzo di giustizia di via Marche a Taranto è sprovvisto d’acqua e non osiamo immaginare cosa accadrà quando da lunedì prossimo riprenderanno anche le udienze civili e penali.
La denuncia arriva direttamente dalla Funzione Pubblica CGIL e dai lavoratori che prestano servizio all’interno di quegli uffici e che questa mattina per il terzo giorno consecutivo hanno dovuto fare i conti con condizioni igieniche di grande precarietà.
L’assenza d’acqua sarebbe imputabile alla rottura dell’unica pompa elettrica di alimentazione dell’impianto idrico del Tribunale. L’unica in funzione malgrado la struttura dovrebbe prevederne due.
Le condizioni di disagio però come appare ovvio non riguardano solo i dipendenti degli uffici giudiziari. Vi è infatti anche l’utenza a pagarne lo scotto.
Questa mattina vi erano le attività di sportello per la volontaria giurisdizione – spiega Cosimo Sardelli, della Funzione Pubblica CGIL – parliamo di minori, anziani, persone con disabilità, costrette in molti casi a ricorrere ai bagni di fortuna aperti prima solo al pian terreno e poi anche al secondo piano e ridotti nel giro di poche ore a latrine da terzo mondo.
La situazione oggi è stata vagliata dagli RSU della Procura e del Tribunale di Taranto che hanno svolto un sopralluogo e inviato una formale richiesta di intervento e chiarimenti al Procuratore della Repubblica, al Presidente del Tribunale e ai dirigenti amministrativi.
E’ da tempo che chiediamo attenzione – continua Sardelli – perché l’assenza dell’acqua è l’ultima delle criticità che registriamo stagionalmente in questi uffici dove lavoratori e utenza impattano quotidianamente con condizioni di disagio molto gravi: dall’impianto elettrico fatiscente oggetto già per due volte di fenomeni di autocombustione all’interno degli archivi, all’ impianto di riscaldamento e raffreddamento inadeguato, fino alla completa assenza di un piano di evacuazione in caso di pericolo in una struttura sensibile come quella di un Tribunale. (Nota stampa)
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