Entro 6 mesi l’Area di Crisi Ambientale di Taranto sarà definitivamente liberata dal rischio radiologico dovuto alla presenza di 3.480 fusti radioattivi nel deposito “ex Cemerad”, ubicato nel Comune di Statte. Nel mese di dicembre, infatti, successivamente alla predisposizione del Piano Operativo Generale di Intervento ed il parere dell’ISPRA è iniziata la seconda fase del programma di rimozione e trasferimento di altri 3.480 fusti contenenti rifiuti radioattivi, che aveva preso avvio nel maggio 2017 con la rimozione e allontanamento dei primi 86 fusti ad alta radioattività – i più pericolosi – contenenti sorgenti e filtri contaminati dall’evento Chernobyl, per poi proseguire, in successione, con i rimanenti dei 16.500 in totale rinvenuti.
L’intervento previsto nell’ambito del Piano di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto che è stato messo a punto dal Commissario Straordinario, Vera Corbelli, è volto a proteggere la collettività e l’ambiente dal rischio di natura radiologica dovuto alla presenza sul territorio del deposito “ex Cemerad” oltre al “rilascio incondizionato” dell’area da ogni vincolo radiologico ha visto un iter – dalla programmazione, alla progettazione ed esecuzione delle varie fasi – alquanto articolato e complesso, il primo del genere a livello nazionale.
Il percorso per la rimozione e l’allontanamento dei rifiuti ha visto assieme al Commissario Vera Corbelli l’impegno costante del Governo, della Commissione Parlamentare d’inchiesta sui rifiuti, dei parlamentari del territorio, della Prefettura e dell’Amministrazione Comunale di Statte. E’ quanto si legge in una nota pubblicata sul sito del Commissario straordinario.
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