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WWF: la centrale di Brindisi emette in un secondo la stessa CO2 di 130.000 auto

La centrale di Brindisi è il simbolo della battaglia WWF per chiudere con il carbone in Italia, per la tutela della salute dei cittadini, del territorio e del clima globale. Per questo, dopo la Strategia Energetica Nazionale, che ha fissato l’obiettivo per l’Italia dell’uscita dal carbone entro il 2025, nell’ambito della campagna Stop Carbone, il WWF ha voluto condividere oggi con il territorio brindisino le nuove iniziative da prendere perché tale obiettivo diventi realtà, ribadendo l’urgenza di un impegno visibile e concreto a favore di un radicale e tempestivo cambio di rotta, per porre fine alle produzioni inquinanti e avviare il risanamento dell’area.
Questo uno dei principali temi emersi oggi nell’ambito del convegno promosso dal WWF a Brindisi “Accelerare l’uscita dal carbone: il caso Brindisi, 24 anni di danni alla salute e al clima”, dove insieme ad esperti del settore, il WWF ha presentato un drammatico quadro dei danni ambientali, al clima e alla salute, causati dalla centrale Federico II negli ultimi anni alla cittadinanza e al territorio brindisino. Da 24 anni, infatti, la centrale Enel di Brindisi Sud opera senza essere mai stata sottoposta a valutazioni di impatto ambientale e sanitario di alcun tipo.
Ultimo tassello della lunga battaglia del WWF contro il carbone, è stato proprio il ricorso presentato a inizio novembre al TAR del Lazio contro l’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata alla centrale ENEL “Federico II” di Brindisi, la più grande centrale a carbone in Italia e quella che emette più sostanze inquinanti (polveri fini e ultra fini, ossidi di zolfo e di azoto, ecc.) e CO2 (13,11 milioni di tonnellate nel solo 2015, ma con  livelli che in precedenza hanno superato anche 14-15  milioni di tonnellate/annue); l’autorizzazione è stata estesa al 2028 con un decreto del luglio scorso, malgrado l’impianto fosse già stato posto al centro di una procedura di infrazione a carico del nostro paese proprio per superamento dei limiti di concentrazione di inquinanti, quali il particolato atmosferico.
La Federico II è del resto tra i principali imputati del disastro sanitario descritto anche nello studio epidemiologico della Regione Puglia e anche al centro dello studio del CNR  sul particolato secondario e sui suoi effetti sulla salute, presentato nel 2015, effetti che si estendono ben oltre i confini della provincia di Brindisi.
Durante il convegno sono stati  illustrati proprio i livelli eccessivi di emissioni, che rientrano tra i punti di censura del ricorso presentato dal WWF. Per molte delle sostanze inquinanti, infatti, non sono rispettati i parametri di legge per abbattere in modo più efficace gli inquinanti emessi dall’impianto.
Tra i relatori presenti che hanno animato il dibattito: Cristina Mangia, ricercatrice CNR, Massimiliano Varriale, consulente energia WWF, Luca Ghezzani, segretario ISDE Brindisi e Ordine dei Medici Brindisi e, in video, Matteo Ceruti, legale di WWF e Ugo Taddei, legale di Client Earth, la no profit con sede a Bruxelles insieme alla quale il WWF ha avviato la causa contro l’Autorizzazione Integrata Ambientale concessa a luglio scorso alla Centrale di Brindisi.
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