“Cogliamo con disappunto e stupore la scelta del Governatore di ricorrere al TAR sul DPCM 2017 che di fatto allunga i tempi del risanamento e del rilancio del sito di Taranto, compresa la copertura dei parchi minerali che, chiesta a gran voce da tutti, rinviata più volte nella sua realizzazione, avrebbe visto a Gennaio 2018 l’avvio della sua esecuzione”. Lo scrivono Fim, Cisl, Uil e Uilm in una nota congiunta.
“Il ricorso si trasforma nel concreto rischio che salti l’unica strada per il risanamento ambientale dello stabilimento che di fatto aveva realizzato passi in avanti per l’avvio delle opere – si legge – un rimpallo che sa di propaganda elettorale e che ci lascia grandi dubbi se il fine del ricorso sia realmente il bene della collettività.
La conseguente sospensione del negoziato annunciata dal Ministro Calenda produrrebbe un ritardo ulteriore non solo nelle opere di bonifica ma anche di ripartenza di impianti fermi da anni i cui lavoratori patiscono in prima persona il peso degli ammortizzatori sociali ai quali si potrebbero aggiungere altri impianti oramai allo stremo per i ritardi nelle manutenzioni e negli approvvigionamenti.
Invitiamo il Governatore Emiliano, tutta la Regione Puglia ed il sindaco di Taranto ad un atteggiamento costruttivo realmente mirato, se l’obiettivo è davvero il bene dei lavoratori e della città, all’unità di intenti, ognuno nelle proprie responsabilità, rendendoci disponibili ad un confronto con le segreterie e le rsu che riteniamo oramai inevitabile ed urgente”.
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