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Alzheimer e demenza senile: le falle nella rete dell’assistenza pubblica

Alzheimer, demenza senile: un problema che colpisce già adesso oltre 600.000 persone e che è destinato a crescere ulteriormente nei prossimi decenni. Infatti, l’Italia è, insieme alla Germania, il Paese col più alto rapporto anziani/giovani. Qui da noi vi sono 144 anziani ogni 100 giovani e si prevede, in base ai modelli demografici previsionali, di arrivare nel 2050 ad un rapporto di 280/100, quasi il doppio di quello attuale.

Qualunque famiglia alle prese con un malato di alzheimer sa benissimo quale impegno fisico, mentale ed economico ciò comporti. Il ricorso all’aiuto di una badante è spesso la soluzione obbligata per chi non ha la possibilità di assistere 24/24 h un proprio familiare. Scelta obbligata soprattutto al sud, dove manca quasi del tutto una rete di strutture residenziali convenzionate dedicate ai malati di demenza.

In base alle mappe interattive dell’ISS riguardanti la rete di assistenza convenzionata per le demenze, ad essere carenti al sud non sono i centri di prima diagnosi e di terapia farmacologica, ma soprattutto i centri diurni e quelli residenziali.

In Puglia, per esempio, a fronte di 31 centri di valutazione e diagnosi di demenza, sono censiti soltanto 15 centri diurni e nessuna struttura residenziale.  Tanto per rendere un confronto, in Lombardia, a fronte di 72 centri di diagnosi e valutazione, vi sono 276 centri diurni e ben 137 strutture residenziali che possono accogliere 24/24h gli anziani con gravi problemi di demenza.

Alleghiamo le mappe delle strutture di assistenza in tutte le regioni italiane. Nord e sud, ancora una volta, evidenziano livelli di assistenza pubblica ben differenti tra loro e, come al solito, è qui da noi che le carenze sono enormi.

Il ricorso alla badante resta quindi la soluzione più diffusa, oppure il ricorso alle strutture private che costano care e in molti casi sono per questo inaccessibili ai più. Resta poi il problema dei tanti anziani privi di risorse economiche tali da garantire l’assistenza privata (badante o centro residenziale) e in questi casi, le carenze della rete di assistenza pubblica, genera situazioni di vera e propria sofferenza.

Giuseppe Aralla

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