Oltre 5 milioni di metri cubi di rifiuti dell’Ilva (contenenti anche berillio, pcb e arsenico) sono finiti dal 1995 ad oggi nelle gravine e nei crepacci in un’area naturale circostante lo stabilimento siderurgico formando cumuli di rifiuti che avrebbero anche deviato un corso d’acqua naturale. Per questa ragione il pm del Tribunale di Taranto, Mariano Buccoliero, ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini a 21 persone coinvolte nell’inchiesta sulle collinette di rifiuti industriali create dall’Ilva al confine con la gravina di Leucaspide, nel territorio di Statte. I rifiuti – secondo l’accusa – hanno riempito la gravina, provocando danni all’ambiente circostante e all’acqua in falda e invadendo anche proprietà private. Fin qui la notizia fornita dall’Ansa.
Sul sito di Repubblica.it, i nomi degli indagati (tra questi anche diversi componenti del consiglio di famiglia Riva, del cda di Ilva spa e Riva Fire spa): Fabio Arturo, Claudio, Nicola, Daniele, Cesare Federico, Angelo Massimo, Adriano ed Emilio Massimo Riva, insieme con Laura Bottinelli e Giorgio Silva, anch’essi componenti del consiglio di famiglia. Indagati anche gli ex direttori dello stabilimento Salvatore Ettore, Luigi Capogrosso, Salvatore De Felice, Adolfo Buffo, Antonio Lupoli, Ruggero Cola e l’attuale direttore Antonio Bufalini. Figurano pure quattro dirigenti dello stabilimento: Renzo Tommassini, Antonio Gallicchio, Domenico Giliberti e Alessandro Labile.
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