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Oggi ho la nausea: sarà colpa del gas o di Silvio?

Finalmente finisce questa giornata, penso mentre aspetto in fila di superare l’ultimo semaforo che mi separa da casa. Tutto il giorno ho sopportato un malessere indefinito che solo adesso, mentre ascolto il giornale radio in auto, cerco di analizzare. È un vago senso di nausea, un misto di oppressione psicologica e fastidio fisico che localizzo a livello dello stomaco che mi ha accompagnato fin da stamattina.

Forse domani dovrei prendere un giorno di riposo, mi dico cercando di concentrarmi sulle notizie. L’ennesima intervista a Padoan che parla di pericolo scongiurato per l’aumento dell’IVA mi scatena il riflesso incondizionato di cambiare stazione e per fortuna trovo un Venditti sempre piacevole.

Sarà mica stata la puzza di gas? Ormai da giorni Taranto ne è invasa, ne parlano in tanti sui social, ci sono pure segnalazioni alla Asl e all’Arpa. Magari è davvero tossica, penso, anche se io non ci faccio molto caso. Un viaggio, ecco cosa vorrei fare: lontano da Taranto, anzi lontano dall’Italia per non sentire la nausea!

Si, ecco, all’improvviso mi è chiara l’origine del malessere: l’indignazione! Ci ripenso con calma. Sono indignato per l’informazione manipolata e di regime, sempre pronta a piegarsi al potere. In effetti sono diventato intollerante ai telegiornali nazionali, agli articoli dei grandi commentatori ed editorialisti: non riesco a seguirli con distacco, senza che mi scatti l’embolo che stiano raccontando una realtà distorta capace di condizionare le opinioni della gente.

Sono indignato per le ingiustizie. Siamo circondati dall’ingiustizia, basta guardarsi intorno. Far finta di nulla, chiudere gli occhi per non vedere e per difendere i nostri piccoli privilegi costa fatica. Sono indignato per le morti nel Mediterraneo e per i campi di reclusione libici. È vergognosa la posizione dell’Europa e dell’Italia che preferisce non vedere e non sapere cosa avviene in Libia agli immigrati.

Sono indignato per la mancata lotta all’evasione fiscale. Duecento miliardi all’anno di evasione: se recuperati farebbero ripartire l’Italia. Le trattenute sulla basta paga mi creano vertigini. Sono indignato per la condizione giovanile. Disoccupazione, scuola, università sono temi che dovrebbero togliere il sonno a chi ci governa e che invece vengono risolti con l’ennesima riduzione degli oneri contributivi.

Sono indignato per i tagli alla sanità. Sempre più privatizzazioni e prestazioni minime garantite al ribasso. Renzi che torna e che governerà con Berlusconi; una legge elettorale alquanto antidemocratica; il PD che non è più di sinistra; D’Alema che vuol fare la sinistra; Pisapia che tentenna; i Cinque Stelle che non fanno alleanze: la nausea mi prende, basta!

Ma l’indignazione arriva pure dalle questioni locali: Ilva, ambientalizzazione, lotta sindacale, decreti del governo, rischio sanitario, diossina, associazioni divise, bonifiche farlocche, licenziamenti, rilancio dell’acciaio, AIA, SIN, Tavolo per Taranto, Ambiente svenduto, Eni, Cementir, Tempa Rossa, Città Vecchia che crolla, ecc.

Un vortice di notizie che rimbalzano, tornano, fanno da sottofondo alle nostre vite e spesso ci angosciano più o meno profondamente. Vorrei vivere con distacco le cose, forse dovrei seguire un corso di yoga, penso e sorrido di me stesso mentre sono quasi giunto al cancello di casa, ma ecco che l’ennesima intervista al Silvio nazionale mi riacutizza quel fastidioso senso di nausea. Forse vomiterò stasera.

Giuseppe Aralla

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