TARANTO – Ormai è sempre più frequente trovare in immersione reti fantasma nei nostri mari. Si tratta di reti abbandonate da pescatori incivili sul fondo del mare, spesso a bassa profondità e vicino alla costa. Queste reti possono essere lunghe anche decine e decine di metri e rappresentano trappole mortali per moltissimi animali marini che muoiono lentamente nelle strette maglie patendo terribili sofferenze. Il loro sacrificio è anche inutile dato che nessun pescatore andrà a recuperarli.
Gli animali ancora vivi appaiono disperati, consapevoli della fine a cui stanno andando incontro. Il loro sguardo esprime grandissimo dolore e terrore. I loro movimenti sono sempre meno energici. Anche dopo essere stati delicatamente liberati dalle maglie, sono spaventatissimi e molto confusi, tanto che alcuni nuotano contro la rete restando nuovamente intrappolati.
Ogni rete fantasma continua a uccidere per un tempo indefinito. Molluschi, crostacei, pesci, tartarughe marine, delfini possono capitare nella subdola trappola e morire dopo sofferenze indicibili. Eppure basterebbe poco per impedire questa ulteriore e dannosa forma di impatto antropico sull’ecosistema marino. Innanzitutto, educando i pescatori al rispetto del mare che fornisce loro il sostentamento per vivere, bandendo le reti in nylon e utilizzando reti in materiale biodegradabile.
http://www.lifegate.it/persone/news/pesca-fantasma
http://www.ansa.it/mare/notizie/rubriche/ambienteepesca/2014/11/18/creata-la-rete-da-pesca-biodegradabile-e-rintracciabile-_9a00215c-37eb-4963-8257-b95f780767b0.html
Rossella Baldacconi, PhD in Scienze Ambientali
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