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Cozze di Taranto, Confcommercio: ok ai sequestri, così tuteliamo la salute

E’ dei giorni scorsi la notizia del sequestro di 4 quintali di cozze prive della certificazione sanitaria. Il prodotto sequestrato dalla Capitaneria di Porto /Guardia costiera di Taranto proveniva dal 1° seno del Mar Piccolo che, come è noto, da quando nel 2011, a seguito di rilevamenti, fu riscontrata la presenza di sostanze inquinanti( diossina e PCB), è interdetto alla coltivazione dei molluschi. Di seguito la nota di Confcommercio Taranto.

La ordinanza dell’Asl di Taranto disponeva che nel 1° seno le cozze potessero stazionare sino ad una taglia dimensionale di 3 cm, stadio oltre il quale il prodotto doveva essere trasferito nelle zone di mare autorizzate (2° seno o Mar Grande) per continuare il processo di crescita, una fase delicata che espone il bivalve all’assorbimento di prodotti nocivi per la salute. Con il trasferimento del novellame (entro il 31marzo di ogni anno) in acque autorizzate, il prodotto può tranquillamente continuare la fase di maturazione senza pericoli per il consumatore. I controlli capillari ed i continui prelievi effettuati dalla autorità preposte garantiscono al cento per cento la sicurezza della cozza tarantina, coltivata secondo le prescrizioni.

La categoria dei mitilicoltori di Confcommercio – guidata da Cosimo D’Andria – ritiene che l’azione di controllo e prevenzione sia necessaria perché così si tutela la salute del consumatore, ed utile perché in tal modo si protegge il buon nome della cozza di Taranto. Da anni la categoria è impegnata in un faticoso percorso di riabilitazione delle produzioni locali, al centro di una attenzione mediatica negativa, partita sei anni fa con la distruzione di quintali di cozze. Una situazione che provocò un danno di immagine che si ribaltò per anni sull’intera produzione.

Il trasferimento delle cozze nelle zone di mare autorizzate e i controlli serrati, ormai regolarmente effettuati, hanno ribaltato addirittura la situazione, conferendo al prodotto tarantino un livello di sicurezza mai così elevato. Il sequestro effettuato nei giorni scorsi ha riguardato una quantità modesta di prodotto e peraltro al termine di una stagione produttiva, a conferma che il prodotto posto in vendita difficilmente sfugge al controllo. Naturalmente è persino superfluo raccomandare l’acquisto presso punti vendita abusivi. Certamente occorre mettere in pista percorsi che accelerino la bonifica del Mar Piccolo e agevolino il lavoro dei mitilicoltori. Il trasferimento del prodotto nel 2° seno nella II fase, per i produttori non è la migliore delle soluzioni, soprattutto quando con le alte temperature estive la scarsa dinamicità delle acque non garantisce la sopravvivenza del prodotto.

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