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Centrale di Cerano: a Brindisi un’altra vittima da lavoro. E la prevenzione?

E’ morto a 52 anni Calogero Dinota, lavoratore elettrico nella Centrale di Cerano, dopo una malattia oncologica di probabile natura professionale. Calogero ha partecipato attivamente anche a diverse iniziative della nostra associazione, ritenendo che la sua malattia non fosse una questione privata.

Questa consapevolezza ha trasmesso anche alla sua famiglia ed alla parrocchia che frequentava attivamente tanto che il parroco di San Nicola, al quartiere Paradiso, don Cosimo Zecca, durante le esequie ha sottolineato che Calogero non considerava la sua malattia dovuta al caso, come non lo sono neanche quelle di tanti cittadini che patiscono a Brindisi gli effetti di certo inquinamento.

Don Zecca ha anche invitato le Istituzioni ad essere vicine ai cittadini affrontando seriamente il problema ormai non più rinviabile dell’inquinamento ambientale. Il quartiere Perrino risulta, da una recente indagine epidemiologica, gravato di una mortalità per tutte le cause maggiore di quella di altri quartieri, dato che due anni fa anche la nostra associazione aveva pubblicato elaborando i  numeri dell’anagrafe comunale. Ma sinora non c’è stato nessun commento e nessuna iniziativa del Comune.

Sono ormai numerose e concordanti le evidenze scientifiche accumulate sino ad oggi secondo cui molte delle malattie, neoplastiche e non, che continuano a diagnosticarsi tra i lavoratori soprattutto dell’industria chimica ed elettrica e tra i cittadini che vi abitano intorno siano riconducibili direttamente alle emissioni di quelle aziende. Per coloro che credono solo agli studi scientifici fatti dalle istituzioni, ricordiamo che la valutazione del danno sanitario dell’ARPA proprio sulla Centrale di Cerano  evidenzia un rischio cancerogeno più elevato all’interno dei perimetri industriali, e le conclusioni del recente studio di coorte “Forastiere” della Regione Puglia.

Quasi ogni giorno la nostra associazione ha notizie di malattie e tumori da lavoro e ambientali. Recentemente è stata la volta di un lavoratore Enichem a cui è stato diagnosticato un tumore da amianto alla pleura. Stiamo studiando anche casi di neoformazioni neonatali la cui gestazione si è svolta durante periodi di ripetute sfiammate del petrolchimico. Abbiamo consegnato all’ARESS qualche mese fa la coorte del Petrolchimico perchè la si studi approfonditamente come si è deciso di fare con quella di Manfredonia grazie alla determinazione del Sindaco della città sipontina.

Dobbiamo amaramente registrare che gli amanti degli studi “certificati o validati”, anche rappresentanti istituzionali, quando quelli non ci sono li invocano, quando invece ci sono li ignorano. E’ bene allora che i lavoratori ed i cittadini suonino la sveglia alle Istituzioni perchè non si continui soltanto con questa conta di morti e malati, ma perchè si mettano in campo azioni di vera prevenzione a cominciare dalla riduzione delle emissioni e dalla sicurezza sul lavoro.

Associazione Salute Pubblica (Maurizio Portaluri)

 

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