La Corte di Cassazione, dopo essersi riunita lunedì in Consiglio fino a tarda sera, ha accolto il ricorso guidato dall’avvocato di Fabio Riva (ex vice presidente di Riva Fire), il tarantino Luca Perrone. Le motivazioni addotte nel ricorso dal suo legale, sarebbero state di “errato diritto” nella conversione dagli arresti domiciliari all’obbligo di dimora per due anni. Una durata doppia e senza espressa richiesta della Procura – come sottolineato dall’avvocato Perrone – rispetto al primo giudizio, che condannava Fabio Riva a scontare un anno agli arresti domiciliari. La notizia è stata pubblicata dal Nuovo Quotidiano di Puglia.
Lunedì sera la Corte di Cassazione ha così annullato senza rinvio, il provvedimento della Corte d’Assise di Taranto, che aveva convertito la pena degli arresti domiciliari nella misura di obbligo di dimora accompagnata da una serie di prescrizioni, del 63enne Fabio Riva, arrestato nel luglio 2015 all’Aeroporto di Fiumicino e trasferito nel Carcere di Taranto, dopo la sua estradizione da Londra su richiesta dal Governo italiano, a seguito delle misure di arresto scattate contro di lui nel 2012 per lo scandalo di “Ambiente Svenduto” . Fabio Riva torna quindi libero con cancellazione di tutte le prescrizioni.
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