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Ilva, M5S insiste sulla necessità di un Accordo di Programma

Il M5S Taranto interviene sulla questione Ilva con i Portavoce al Consiglio Comunale di Taranto Francesco Nevoli e alla Regione Puglia Antonella Laricchia. Di seguito la nota stampa.
L’analisi di partenza è il confronto tra Taranto e Genova, due città che sul fronte dei diritti salute e lavoro, legati alla produzione dell’acciaio, sono evidentemente distanti. “In questo momento è evidente, e lo denunciamo con forza, che le trattative per l’acquisto dell’Ilva viaggiano a due velocità differenti. Taranto, però, ha la stessa dignità di Genova”, ha esordito Antonella Laricchia. “Non si capisce perché le Istituzioni di Genova hanno incontrato formalmente il 4 luglio il ministro Calenda mentre Taranto si deve accontentare di un incontro informale. In questa fase delicata non può non essere rappresentata da Regione Puglia e Comune”, ha aggiunto la Laricchia.

Se a Genova si punta a difendere l’accordo di programma del 1999 che ha permesso la chiusura dell’area a caldo dello stabilimento di Cornigliano e di mantenere posti di lavoro e pari livelli di reddito, a Taranto si va verso l’incontro del 20 luglio al MISE senza chiarezza sul fronte occupazionale e ambientale con l’acquisizione di Ilva da parte della cordata AM Investco. “Che cosa si vuole fare di questo stabilimento?”, ha chiesto Francesco Nevoli. “ArcerolMittal viene a Taranto ad acquisire quote di mercato, e in passato ha già dimostrato di non applicare le norme in materia ambientale”, ha spiegato Nevoli.

Non ci sono certezze occupazionali, non ci sono certezze sul rispetto dell’Aia, non c’è rispetto per la salute dei Cittadini dentro e fuori la fabbrica. Si continua a lavorare nelle stesse preoccupanti condizioni nonostante i sequestri e i processi. Dal 2012 non è cambiato nulla. Il futuro di Taranto non è l’Ilva.
“Progressivamente si sta arrivando a ciò che stiamo chiedendo da sempre: un accordo di Programma per Taranto”, ha specificato Nevoli, “e il sindaco Melucci dovrà essere presente lì dove si prendono le decisioni”. Lo ribadiremo anche in Consiglio Comunale: l’unica strada percorribile è la chiusura delle fonti inquinanti, la riconversione economica del territorio e la bonifica attraverso il reimpiego della forza lavoro attualmente occupata nello stabilimento.
Gli strumenti di programmazione negoziata (Accordo di Programma e Patti Territoriali) sono lo strumento che riteniamo indispensabile per salvaguardare i livelli occupazionali e la salute dei lavoratori. Chiediamo inoltre benefici derivanti dall’esposizione all’amianto, perché non dimentichiamo che la fibra killer uccide dentro e fuori il perimetro del siderurgico. Occorrono incentivi alla fuoriuscita volontaria associata a 24 mesi di Naspi, formazione e orientamento professionale, impiego di tutti i lavoratori – previa formazione – nelle opere di smantellamento bonifica e decontaminazione e lavori di pubblica utilità, nonché l’utilizzo dei fondi FEG. Il nostro Piano di Riconversione si basa su ricerca, innovazione, energie rinnovabili, fondi pubblici per le bonifiche, economia circolare affinché i rifiuti diventino risorse.
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