TARANTO – La foce del Galeso è uno dei luoghi del cuore di tanti tarantini. Probabilmente i più giovani conoscono a malapena il nome di questo fiume, ma per chi ha una memoria più lunga vi sarà certamente il ricordo di qualche gita domenicale o di qualche picnic fatto sulle sponde del piccolo fiume dal brevissimo corso che versa le sue acque nel Mar Piccolo.
Caratteristiche, tra l’altro, che rendevano il Mar Piccolo luogo ideale per la coltivazione dei mitili, almeno fino a quando attività cantieristiche e industriali hanno purtroppo provocato aumenti significativi di alcuni inquinanti (diossine, PCB, IPA, benzo(a)pirene, metalli pesanti) tali da rendere addirittura vietato l’intero ciclo biologico di allevamento dei molluschi eduli nel primo seno.
Il rischio incendi, che già più volte si sono sviluppati nei dintorni della foce, è sempre presente, considerando lo stato di abbandono del bosco di eucalipti invaso da sterpaglie e foglie secche, facile innesco per piromani senza scrupoli. Un posto che meriterebbe più rispetto e cura da parte delle amministrazioni comunali, considerando il valore affettivo e naturalistico che esso rappresenta per i tarantini.
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