I Verdi della provincia di Taranto accolgono con sgomento la notizia del via libera dato dal Consiglio di Stato alla Appia Energy per il raddoppio della centrale termoelettrica alimentata a Cdr di Massafra.
La conclusione della lunga vicenda giudiziaria vede ancora una volta soccombenti il pubblico bene e le volontà espresse delle popolazioni rispetto agli interessi privati. A nulla hanno approdato i rilievi della Regione circa la presenza di vincoli paesaggistici che interessano il vicino Parco delle Gravine, un sito inserito nella rete Natura 2.000 che meriterebbe di essere tutelato e valorizzato e non certo gravato da ulteriori strutture, quale un camino alto 45 metri.
A nulla sono servite le battaglie condotte dai cittadini di Massafra, dalle associazioni ambientaliste, dai medici dell’ISDE, per impedire che un territorio già ampiamente penalizzato dalla presenza di insediamenti industriali fortemente inquinanti, tanto da essere dichiarato “area ad elevato rischio ambientale”, venga ulteriormente gravato dal raddoppio di un impianto che già ora è fonte di un notevole carico ambientale, in termini di emissioni in atmosfera, rifiuti e reflui prodotti, traffico di mezzi pesanti, ecc. La centrale così dimensionata si appresta infatti ad accogliere la gran parte del Cdr prodotto dagli impianti pugliesi.
Esattamente il contrario di una corretta politica di gestione dei rifiuti, che miri innanzi tutto alla loro riduzione e poi al loro riutilizzo e riuso: è noto infatti che la presenza di inceneritori ha come conseguenza un aumento dei rifiuti, in quanto essi, come ogni impianto industriale, per essere in attivo, devono produrre a pieno regime. Un elementare principio di precauzione dovrebbe indurre la politica ad invertire questa tendenza, in nome della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini: è ormai dimostrato infatti il filo diretto che lega inceneritori e discariche all’ insorgere di patologie gravi tra le persone che vivono nelle vicinanze.
Federazione dei Verdi della Provincia di Taranto
co-portavoce Elvira Sebastio – Gregorio Mariggiò
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