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Ilva, Giustizia per Taranto consegna 10 istanze urgenti a De Vincenti

Questo pomeriggio il ministro per il Mezzogiorno e la Coesione Territoriale, Claudio De Vincenti, ha fatto tappa a Taranto per la premiazione dei progetti vincitori del bando Invitalia sulla Città Vecchia.

“Al momento non è certo se il Governo stanzierà nel Contratto Istituzionale di Sviluppo i fondi necessari alla realizzazione dei progetti previsti – ora al vaglio del Comune – ma questa premiazione serve, tutto sommato con poco, a dare l’ennesima parvenza di attenzione per Taranto – si legge in una nota stampa di Giustizia per Taranto – anche per questo, coerentemente con gli intendimenti di Giustizia per Taranto, oggi avvicineremo in Ministro per consegnargli un documento che, aldilà delle consuete passerelle, metta il Governo di fronte alle sue enormi responsabilità e contraddizioni nella drammatica situazione di Taranto.

Vi sono ricomprese dieci istanze urgenti per Taranto, che già nello scorso novembre furono consegnate al Prefetto di Taranto in occasione di un sit in molto partecipato che seguì all’ennesima morte sul lavoro all’interno dell’Ilva, quella di Giacomo Campo. Si tratta di istanze largamente condivise e portate in piazza con la grande manifestazione del 25 febbraio, che riprendiamo affinché vi siano date risposte. Sono forti della sottoscrizione di oltre 1.500 persone, le cui firme verranno pure consegnate al Ministro. Furono consegnate al precedente Prefetto ed al nuovo; al precedente Presidente del Consiglio ed a quello attuale, lo ripresentiamo senza demordere.

In esso pretendiamo che non vi siano sconti nei Piani ambientali dei nuovi acquirenti e che si proceda, in primis, con la messa in sicurezza delle matrici ambientali: le cifre proposte dalle cordate che hanno manifestato interesse per Ilva sono ridicole in confronto agli oltre otto miliardi che i custodi giudiziari, nell’ambito del processo “Ambiente Svenduto”, dissero sarebbero stati necessari per la bonifica del sito di Taranto. Ora è tempo di pensare ai tarantini e non al profitto, in nome del quale ci ammaliamo e moriamo da decenni.

– Pretendiamo l’applicazione del principio europeo del “chi inquina paga”, senza aggiungere ai danni ambientali, la beffa di doverne pagare, anche economicamente, le conseguenze.

– Pretendiamo il ricorso ai fondi europei per le aree industriali in crisi (FEG) a cui i Ministeri competenti non fanno ricorso, pur avendo dichiarato Taranto “area in situazione di crisi industriale complessa”. Fondi grazie ai quali si potrebbero riqualificare professionalmente le maestranze dell’Ilva, per impiegarle nelle stesse bonifiche del territorio. Fondi che sono dedicati anche all’accompagnamento dei lavoratori verso nuovi impieghi. Magari proprio nell’ambito delle economie verdi, che sono ovunque in fortissimo sviluppo.

– Pretendiamo, in ragione delle evidenze ambientali e ispettive condotte dall’Ispra, la revoca dell’Autorizzazione Integrata Ambientale concessa all’Ilva e la conseguente chiusura degli impianti. E’ finito il tempo dei raggiri, tenere aperta quella fabbrica e mantenere la nostra città in costante emergenza occupazionale e sanitaria, conviene solo a politica e banche creditrici.

Con i  fondi stanziati per le migliaia di cassa integrati, con quelli delle perdite che registra ogni giorno Ilva (2,5 milioni di euro al giorno!), quelli che verranno stanziati probabilmente per il tramite di Cassa Depositi e prestiti, quelli sanitari ed ambientali e quelli infine, ancor più probabili, delle multe che saremo costretti a pagare all’Europa per presunti aiuti di Stato all’Ilva, si potrebbero disegnare nuovi e straordinari scenari per Taranto. Noi saremo lì anche per questo.

Qui il link per firmare la petizione on line:

https://www.change.org/p/istanze-urgenti-ilva

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