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1° Maggio Taranto, “Liberi e Pensanti”: il sindaco Stefàno e la sua discutibile idea di legalità

«Non bisogna criminalizzare chi vende panini senza licenza ai concerti». Parola del sindaco di Taranto Stefàno. La dichiarazione riportata in un’intervista rilasciata al “Corriere del Mezzogiorno”, dopo la decisione del comitato “Liberi e Pensanti” di fermare per un anno l’evento #unomaggiotaranto, ci conferma l’inadeguatezza di questa amministrazione comunale. Come è possibile parlare di «difesa della legalità» in questi termini? Prima di affrontare la questione “abusivismo” è importante fare una precisazione. Il comitato “Liberi e Pensanti” ha sempre rispettato tutte le norme previste nell’organizzazione di un concerto che ha portato al Parco Archeologico delle Mura Greche di Taranto ogni anno, dal 2013 al 2016, fino a duecentomila persone. Parliamo di norme di sicurezza che devono garantire l’incolumità del pubblico. Tra queste norme c’era proprio l’ordinanza firmata dal sindaco Stefàno che vietava la vendita di bevande in vetro e in lattina. Chi avrebbe dovuto vigilare sul rispetto di questa ordinanza? E chi avrebbe dovuto tutelare tutti gli ambulanti in possesso di una regolare licenza, costata chissà quanto e concessa dal Comune di Taranto, per la vendita di bibite e panini nell’area del parco? Naturalmente le autorità preposte, ovvero i vigili urbani. Come potevano, però, vigilare se il primo maggio 2016 la polizia municipale di Taranto stava scioperando?    

Qualcosa, è evidente, non ha funzionato. O forse sarebbe più corretto dire che qualcosa non doveva funzionare? Se manca il controllo i primi a beneficiarne sono proprio gli abusivi che il sindaco Stefàno in qualche modo, con quelle dichiarazioni, ha giustificato. Non vogliamo fermarci a quel concetto di “guerra tra poveri” che il sindaco ha sottinteso quando ha parlato di «disoccupazione e sofferenza», perché il problema in realtà è più complesso. Lo stesso Comitato ha dovuto abbassare i prezzi della birra agli stand autorizzati per contrastare decine e decine di abusivi organizzati in ogni modo, che vendevano bibite in vetro e lattina a prezzi più che raddoppiati, mettendo a rischio anche il corretto svolgimento dell’evento. Migliaia di bottiglie raccolte dal fango lo testimoniano. Tutto questo si è tradotto in un danno economico che stiamo ancora pagando, un buco in cassa che un evento completamente autofinanziato non può permettersi. Parlare di legalità implica l’onestà di ammettere quando si è fallito e questa amministrazione ha fallito.

COMITATO CITTADINI E LAVORATORI LIBERI E PENSANTI

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