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Cessione Ilva, Perrini (Direzione Italia): ci aspettiamo segnale forte di rottura con il passato

Di seguito le dichiarazioni del consigliere regionale Renato Perrini (Direzione Italia).

Siamo al dunque. Arrivano, ma ne avremo contezza nelle prossime settimane, le offerte economiche delle due cordate che vogliono acquisire il Gruppo Ilva. Al netto di considerazioni più specifiche che potrò esprimere nei prossimi giorni, ciò che mi auguro è che la scelta non venga fatta solo in base all’offerta economica più alta. Di certo l’aspetto finanziario avrà il suo peso sulle valutazioni che dovranno fare i commissari aiutati da Leonardo&co, per poi aggiudicare il complesso siderurgico di Taranto e le fabbriche di Genova e Novi Ligure. Ma a mio parere, la partita più ampia che include il futuro dei dipendenti, diretti e indotto, il carico ambientale degli impianti e la riduzione dell’inquinamento non può essere messa in secondo piano.

Due episodi, e siamo solo agli ultimi in ordine di tempo, ci parlano di uno stabilimento che ha emergenze serissime che non possono non incidere sulle decisioni: un incidente sul lavoro che ha coinvolto un lavoratore di Fasano, e un incendio all’interno dell’Acciaieria 1. Ecco questi episodi si aggiungono alla cornice di una fabbrica che inquina, non è sicura, che sta mettendo in cassa integrazione, ancora, i suoi lavoratori e che mortifica gli imprenditori locali. Dunque sì, il prezzo conterà, ma per l’aggiudicazione definitiva bisognerà fare un’analisi attenta del Piano industriale, che conterrà una mappatura di quanto e come produrre, fermo restando la necessità di produrre solo acciaio di qualità, dei livelli occupazionali e della sostenibilità economica nel breve e lungo termine, nonché un’analisi del piano ambientale che dovrà per forza fare i conti con l’Aia esistente, mai applicata del tutto.

Infine un’osservazione: Taranto è una città complessa, che è stata bistrattata dal punto di vista ambientale e quindi sanitario, ed ora anche lavorativo. Chi guiderà domani l’Ilva, dovrà dare un segnale di forte rottura con il passato. Le vecchie gestioni aziendali hanno solo chiesto e preteso dai tarantini, restituendo il nulla. Anzi lasciandoli lo sfacelo che è sotto gli occhi di tutti. Tali atteggiamenti non saranno più accettati.

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