“Sulla decarbonizzazione non si può continuare ad offendere l’intelligenza dei pugliesi. Emiliano parla di grande vittoria dopo l’intervista in cui il presidente di Jindal annuncia l’obiettivo di voler produrre una parte di acciaio con tecniche alternative al carbone. Non c’è nulla da festeggiare i cittadini devono sapere che entrambe le proposte presentate per l’acquisto dell’Ilva da ArcelorMittal e Jindal prevedono la produzione di almeno 6 milioni di tonnellate di acciaio con il carbone e tecnologie tradizionali altamente inquinanti, mentre l’utilizzo del gas o di tecnologie innovative sarebbe solo per un eventuale surplus produttivo”. È il commento del consigliere del M5S Antonio Trevisi dopo l’intervista rilasciata a “Il Sole 24 Ore” dal Sajjan Jindal, in cui l’industriale ha chiarito gli obiettivi industriali per il colosso siderurgico.
“Se si continua ad usare il carbone per produrre 6 milioni di tonnellate d’acciaio all’anno il cielo di Taranto resterà nero – spiega il consigliere pentastellato – e i cittadini continueranno a respirare sostanze inquinanti. Purtroppo le parole di Jindal confermano ancora una volta quello che noi del M5S sosteniamo da tempo: l’Ilva è un impianto nato a carbone e non starebbe sul mercato senza l’uso di questo combustibile inquinante. La decarbonizzazione totale non è possibile, e quella a metà di cui sentiamo parlare rischia solo di peggiorare la situazione compromettendo anche il futuro delle prossime generazioni. Ribadiamo ancora una volta con forza – continua – come la sola strada percorribile sia quella della chiusura senza se e senza ma. Le possibilità di riconversione industriale ci sono e sono molto diverse da quelle proposte dalla giunta regionale. Lo abbiamo già dimostrato lo scorso 18 settembre in Fiera del Levante dove si è tenuto il primo appuntamento della campagna “Riconvertire si può” lanciata dal M5S.” Nel corso del convegno, ricorda Trevisi, sono intervenuti Asier Abaunza, assessore all’Urbanistica di Bilbao (Spagna), Gregor Boldt, WMR (Germania) e Maciej Filipowicz, Lodz (Polonia) che hanno portato la loro testimonianza sulla riconversione delle aree industriali in crisi che sono diventate, ad esempio, aree dedicate al sociale. “Ci piacerebbe un giorno – conclude Trevisi – poter essere noi a parlare all’estero della nostra esperienza di riconversione delle aree industriali come l’Ilva, Eni e la centrale di Cerano.”
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