Comunicati

Ilva, i “Liberi e Pensanti” non parteciperanno alle audizioni X Commissione Industria

Il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti ha deciso di non partecipare alle audizioni della X Commissione Industria, commercio, turismo del Senato sull’Ilva (oggi pomeriggio in Prefettura a Taranto, dalle ore 19). Il Comitato ha ricevuto l’invito insieme ad altre associazioni del territorio, preferendo però non prendere parte all’incontro.
“Il 2 Agosto 2012 – è scritto in un comunicato stampa – il Comitato ha restituito a lavoratori e cittadini di Taranto il diritto di parola che i sindacati confederali negavano affinché la verità sull’Ilva venisse ancora taciuta, nonostante il sequestro giudiziario dell’area a caldo. Da quel giorno, pagandone le conseguenze dentro e fuori dalla fabbrica, il comitato non ha mai rinunciato al tentativo frustrante di portare la città e il paese a conoscenza delle reali condizioni degli impianti e del lavoro nel siderurgico. Diversi incontri si sono susseguiti dalla prima audizione in Commissione parlamentare ambiente del 2013, a cui ne sono seguite altre due, passando per la Commissione europea, fino alla conferenza stampa del gennaio 2016 alla Camera dei Deputati. Relazioni dettagliate sono state consegnate su impianti, siti contaminati da amianto, sostanze disperse, norme di sicurezza eluse, con l’appello accorato di una lettura attenta alle autorità competenti che prima e meglio di noi avrebbero dovuto conoscere gli aspetti produttivi e di gestione di un’azienda determinante per il pil nazionale”.
“Tutti i confronti – continua la nota – a cui il comitato non si è mai sottratto non hanno scalfito minimamente le posizioni dei governi che in quasi 5 anni hanno prodotto più di 10 decreti ad esclusiva salvaguardia della produzione e delle banche che ancora la foraggiano. Governi ed enti locali sordi ad ogni confronto, ad ogni denuncia, ciechi davanti ai morti sul posto di lavoro e negli ospedali. La strage a danno delle nostre vite è immane e se è vero che sottostiamo al ricatto occupazionale e che abbiamo bisogno di ogni euro utile a curarci è vero anche che allo stato delle cose per noi non ha alcun senso ogni ulteriore incontro che non si tenga nei luoghi in cui si continua a morire per lavorare. Le nostre istanze restano irrevocabili: chiusura e smantellamento delle fonti inquinanti, bonifica dei terreni e delle falde, con reimpiego di tutta la forza lavoro a cui vanno riconosciuti tutti i benefici spettanti, primo fra tutti quello per l’amianto. Ben venga unicamente  il confronto con  quelle istituzioni che vorranno  vedere con i loro occhi la realtà di una fabbrica che continua a produrre morte, grazie alle leggi e al sigillo dell’immunità penale”.
“L’invito per oggi non può pulire le coscienze.  A qualcuno potrà giovare la solita passerella, noi rifiutiamo la pantomima dell’impossibile messa a norma, ci interessa invece che la città intera possa giovarsi dei frutti di una  protesta incorruttibile”.
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