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Degrado case parcheggio al quartiere Tamburi, Stefàno scrive ad Emiliano

Una lettera del sindaco di Taranto Ippazio Stefàno indirizzata al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per porre l’attenzione sulla questione ambientale al quartiere Tamburi e, in particolare, sulla condizione di degrado edilizio delle cosiddette “case parcheggio” .

Di seguito il testo.

“Con l’avvio del nuovo anno torno a porre alla sua attenzione, con sofferenza, le richieste urgenti per la città di Taranto, in particolare sulle esigenze più immediate soprattutto dei cittadini abitanti il Quartiere Tamburi, una delegazione dei quali ha chiesto ed ottenuto un incontro con lo scrivente nel corso del quale ha avuto modo di rappresentare il grave disagio abitativo patito”.

“Devo, dunque, richiamare i contenuti della mia precedente nota del 13 dicembre, nella quale richiamavo l’attenzione proprio sulla grave situazione abitativa al quartiere Tamburi e sulla necessità di dare risposte immediate, non senza ancora una volta sottolineare, il forte interessamento su Taranto da parte anche del Parlamento (Camera e Senato), grazie alle sollecitazioni di questa amministrazione comunale, attraverso l’adozione di provvedimenti legislativi in primis la cosiddetta ‘Legge per Taranto’ che è, senz’altro un significativo ed importante segnale concreto. Come d’altronde non sottolineare la sua particolare vicinanza a Taranto con le più recenti dichiarazioni programmatiche per il nostro territorio”.

“Sappiamo, però, bene che per attuare questi programmi – vedasi ad esempio i lavori del Tavolo Istituzionale per l’attuazione del Cis – saranno necessari tempi lunghi  per intravederne concretamente i frutti. Ci sono questioni ed obiettivi per i quali possiamo aspettare, ma altre sono particolarmente urgenti ed indifferibili”.

“In questo senso il fattore tempo non gioca a favore della salute e della qualità della vita dei tarantini se solo pensiamo, ad esempio, all’intervento della indispensabile ‘Forestazione Urbana’ al quartiere Tamburi  la cui realizzazione passa attraverso la demolizione delle cosiddette ‘case-parcheggio’ e palazzine viciniori ai parchi minerari Ilva (per un totale di n.448 alloggi) e loro ricostruzione in altri siti del territorio comunale”.

“Si tratta di costruzioni, soprattutto quelle case-parcheggio, in forte degrado edilizio il che concorre, e non poco, a determinare condizioni di vita sociale oltremodo invivibili e pericolose alle famiglie dimoranti. Infatti è inaccettabile che queste abitazioni siano interessate oltre al pesante inquinamento dell’aria, da diffuse infiltrazioni di acque piovane, derivanti dal pessimo stato manutentivo sia delle pareti perimetrali esterne che dei terrazzi; dalla compromissione della buona tenuta delle colonne montanti – risalenti agli anni 80 e che sono fonte di continue perdite di liquidi maleodoranti e nocive per la salute e che si depositano nei sottostanti scantinati. Non di secondaria importanza è la precarietà dell’impiantistica sia idraulica che elettrica, con evidenti persistenti condizioni di pericolo per i dimoranti”.

“In questo contesto di diffusa compromissione dei luoghi è pressocchè scontata la proliferazione di ratti che spesso entrano nelle abitazioni attraverso le condotte di scarico. E’ d’obbligo segnalare che il patrimonio edilizio in questione è di intera proprietà dell’Arca, e questo induce a chiedere direttamente alla Regione  perchè attivi, da subito, senza aspettare la costruzione di nuovi edifici, il che vorrebbe dire attendere ancora altri anni e con le risorse finanziarie disponibili il reperimento sul libero mercato di complessi edilizi già realizzati che in questo momento appare conveniente visto il crollo dei prezzi di vendita e ciò allo scopo di allontanare in tempi brevi questi nuclei familiari  e consentire  l’avvio delle opere di ambientalizzazione territoriale di cui il quartiere ha estremo bisogno”.

“E pensare che a Taranto, secondo dati statici, sarebbero ben quindicimila gli alloggi sfitti. Questo sarebbe il primo passo da compiere, credo, che esso sia ampiamente atteso da quelle famiglie che oltre a soffrire per l’ambiente, convivono con una diffusa condizione di degrado edilizio abitativo, sia pure sommariamente sopra  evidenziata. Sono pienamente convinto che queste necessità troveranno la sua condivisione, soprattutto in ordine alla considerazione che dalle parole ed alle dichiarazioni occorre passare ai fatti con tutta la dovuta urgenza”.

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