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La Regione Puglia finanzia 10 impianti per il riuso delle acque reflue in agricoltura

L’assessore alle Infrastrutture, Giovanni Giannini, ha presentato oggi in conferenza stampa i dieci interventi ammessi a finanziamento degli impianti per il riutilizzo delle acque reflue depurate. Si tratta di infrastrutture dedicate a trattare e stoccare, per poi redistruibuire – soprattutto a fini agricoli – le acque provenienti dai depuratori, che prima finivano a mare o nel sottosuolo. La prima tranche riguarda 20,6 milioni di euro per i siti di Carovigno-Torre Guaceto (Br), San Pancrazio Salentino (Br), Acquaviva (Ba), Cassano (Ba), Fasano (Br), Sammichele (Ba), Gioia (Ba), Barletta (Bt), Castellaneta (Ta) e Castellana (Ba).
Il costo dell’acqua poi passa da circa 70 centesimi al metro cubo a 35 centesimi. L’acqua stoccata infine potrà essere usata anche per il lavaggio delle strade, l’innaffiatura dei giardini urbani o il raffreddamento di impianti industriali.
“E’ un progetto – spiega Giannini – che è partito da qualche termpo. Abbiamo già materialmente realizzato due impianti, uno a Acquaviva e uno a Castellana, adesso finanziamo questi altri dieci ma abbiamo una graduatoria di 72 ammessi con riserva perché allo stato sono esaurite le risorse disponibili e contiamo di metterne a disposizione delle altre sia con i Fesr che con altre fonti di finanziamento. Ci sono benefici per la ricarica della falda, l’arresto del processo di salinizzazione e di desertificazione, incremento della produttività con l’azoto presente nei reflui affinati che fungono da fertilizzanti. Poi i benefici sul piano finanziario: risparmio per energia elettrica di 10 euro l’ora, circa mezzo milione di euro per un comprensorio come quello di Acquaviva. Una regione povera di acque come la nostra non poteva non impegnarsi in progetti di questa natura. Così i rifiuti diventano davvero risorsa”. Alla conferenza stampa ha partecipato Vincenzo Epifani il presidente del consorzio di Torre Guaceto, area protetta del brindisino, con il sindaco di Carovigno Carmine Brandi, che ha ringraziato Giannini e il presidente Emiliano per aver consentito, con il rifacimento del depuratore, di uscire dalla procedura di infrazione UE per gli scarichi irregolari. Epifani ha poi spiegato come il riuso dei reflui a fini agricoli in un’area protetta permetterà di limitare ai mesi non irrigui invernali lo scarico a mare e permetterà di chiudere 22 pozzi, con il riutilizzo di una fitta rete di distribuzione rurale.
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