Nell’ultimo convegno “I malati non sono numeri/2 Le risposte” avevamo detto chiaramente al presidente della Regione Puglia Emiliano e al direttore della Asl di Taranto Rossi che non ci saremmo accontentati delle promesse e dei progetti presentati il 21 novembre. E infatti, come temevamo, le promesse di Emiliano se l’è portate via il vento di tramontana dei “wind day”, mentre i progetti di Rossi sono rimasti su carta.
A distanza di un mese, dopo le ben note polemiche sui 50 milioni spariti dalla legge di bilancio e i 30 milioni promessi da Emiliano, sappiamo che la piastra endoscopica è partita a rilento per carenza di personale, i poliambulatori funzionano con infermieri sottratti ad altri reparti ed i tempi di attesa per la radioterapia si sono prolungati: prima data utile marzo 2017.
Sappiamo anche che i bambini di Taranto che risiedono nei quartieri a ridosso della zona industriale, hanno deficit di attenzione, di concentrazione, di apprendimento e quozienti intellettivi più bassi della norma. Sappiamo che esiste “una situazione di potenziale presenza di disturbi clinici e preclinici del neuro-sviluppo nell’area di Taranto, non riconosciuti e non adeguatamente sottoposti ad interventi preventivi, terapeutici e riabilitativi”. Sappiamo che ci vogliono ancora studiare, esaminare, analizzare come se tutto quello che hanno fatto in questi anni non fosse sufficiente.
Mentre loro studiano, approfondiscono, ricercano, comparano, analizzano, i nostri figli non nascono perché le mamme sono affette da endometriosi o perché le gravidanze si interrompono spontaneamente, i nostri bambini si ammalano o scopriamo solo al primo anno della scuola dell’infanzia, grazie a qualche insegnante più attenta che consiglia una visita dal neuropsichiatra infantile, che i bambini hanno qualche deficit cognitivo.
Ma anche in questo caso le liste di attesa sono lunghissime, sette mesi per avere una visita presso la struttura di neuropsichiatria infantile è un tempo inaccettabile perché nel frattempo è trascorso un anno scolastico intero senza che sia iniziato nessun trattamento riabilitativo. E anche in questo caso chi ha i soldi provvede privatamente, chi invece non può permettersi 100 euro a trattamento aspetta e spera che si liberi un posto presso il dipartimento di riabilitazione e terapia. Mentre loro stanziano soldi per studiarci quasi fossimo topi da laboratorio noi continuiamo ad ammalarci e a morire, per cui ci perdoneranno i signori che vogliono ancora dati, studi e numeri se noi continuiamo a non ringraziare nessuno perché nulla è stato fatto finora.Buon Natale.
COMITATO CITTADINI E LAVORATORI LIBERI E PENSANTI
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