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Taranto, una valanga di no per dire “non ci caschiamo più”

TARANTO – Avevamo sostenuto noi di Inchiostroverde il “no” al referendum e Taranto non ci ha delusi. È venuta una bocciatura netta e addirittura superiore alle più ottimistiche aspettative. Abbiamo, in questi mesi di campagna referendaria, cercato di concentrarci sul contenuto della riforma, individuando quelle modifiche costituzionali che ci parevano peggiorative o addirittura pericolose per la democrazia.

Qualcuno ha accusato i sostenitori del “no” di estremizzare questi aspetti, sostenendo che l’Italia non avrebbe corso comunque mai pericoli di derive autoritarie anche se il “si” avesse prevalso e in effetti questo è vero. Ma qui a Taranto l’estremizzazione è la regola, perché da noi tutto è estremo: la condizione sociale, lo sfruttamento ambientale, la disoccupazione, la crisi economica, la situazione sanitaria.

Il referendum era un’occasione troppo ghiotta per bocciare le politiche del governo, in particolare nel Meridione e ancor più per Taranto. E se ciò ha distratto molti elettori dal merito della riforma, poco male. Tanta gente ha votato avendo comunque capito che il fine di chi proponeva le modifiche costituzionali era quello di avere ancora maggiore potere di decidere in barba alla volontà delle comunità locali e in generale di rendere inoffensive le opposizioni.

Quasi il 70% di “no” nella nostra città indicano un enorme malcontento popolare, ben sopra la soglia di attenzione. È un segnale politico forte di chi chiede cambiamento e attenzione ai problemi di una città stremata. L’ultima mossa pre voto di Renzi, quella con cui annunciava l’accordo economico con i Riva, ha ottenuto un effetto addirittura opposto alle aspettative del premier: a Taranto ormai nessuno più crede alla favole.

Non sappiamo quanto la bocciatura della riforma potrà incidere sulle politiche per Taranto è più in generale su quelle per il Mezzogiorno, ma intanto il telegramma da qui è partito e dice: NON VI CREDIAMO PIÙ. Inchiostroverde.it è stata tra le poche libere voci dell’informazione locale a prendere posizione netta per il “no” schierandosi a rischio di mal di pancia nel caso il “si” avesse vinto, ma era una scelta obbligata per una testata da sempre vicina a chi denuncia i problemi di Taranto e testimone del malcontento generale. Il risultato referendario sia di monito a chi si proporrà alle prossime comunali del 2017. L’elettorato di Taranto è sempre più maturo e capace di valutazione critica della proposta politica. Vecchi e nuovi partiti stiano ben attenti a convincerci più di quanto abbia fatto Renzi.

Giuseppe Aralla

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