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Fondi negati a Taranto, Emiliano invita la Puglia a mobilitarsi

“E’ assolutamente squallido strumentalizzare la salute dei tarantini, in specie quella dei bambini, per coprire la più totale inadeguatezza del servizio sanitario pugliese”, è il commento del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti in merito alla polemica divampata dopo la decisione del governo di stoppare l’emendamento che stanziava 50 milioni nella Manovra di Bilancio per fronteggiare l’emergenza sanitaria tarantina. Dietro questo dietrofront ci sarebbe un problema legato alle coperture. Come al solito i fondi da stanziare per Taranto incontrano intoppi, a differenza di quanto accade solitamente con i provvedimenti “salva Ilva”.

“C’è un impegno fattivo del Governo su Taranto – ha aggiunto De Vincenti – a partire dagli 800 milioni messi in campo nel Contratto istituzionale di sviluppo per la città, 200 dei quali destinati all’ospedale San Cataldo, per passare agli altri 800 milioni stanziati per il risanamento dell’Ilva e infine con l’emendamento che il Governo ha presentato due giorni fa alla Legge di bilancio si prevede che i proventi che potranno derivare da una eventuale confisca dei beni dei Riva saranno interamente assegnati al risanamento di Taranto”.

Il sottosegretario ha detto di aver parlato col ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che ha confermato la disponibilità a prevedere, concordandole nel confronto con la regione Puglia, deroghe al decreto ministeriale 70 sull’organizzazione dei servizi sanitari regionali in modo da rafforzare i presidi sanitari nell’area di Taranto. “Il passaggio della legge di Bilancio al Senato – ha affermato De Vincenti- consentirà di approfondire ulteriormente le modalità per far fronte alle criticità della sanità tarantina”.

E’ bene, però, ricostruire alcuni passaggi cruciali delle vicenda riprendendo le parole di Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera: “Nella notte tra mercoledì e giovedì il governo aveva dato l’ultimo via libera agli emendamenti presentati dal relatore alla manovra. Eravamo d’accordo sia nelle riunioni con il governo che in quelle di maggioranza, con i capigruppo e l’ottimo relatore Mauro Guerra, per approvare un emendamento rispondente ai criteri della nuova legge di Bilancio che prevedeva lo stanziamento dei 50 milioni”.

Poi una precisazione importante: “Il testo ripresentato anche ieri era semplice e le coperture chiare: ‘Viste le evidenze epidemiologiche nel territorio della provincia di Taranto, riscontrate le gravi criticità sanitarie e al fine di contrastarle risulta necessario intervenire con misure di sostegno finanziario per l’acquisizione di attrezzature necessarie per lo svolgimento delle attività diagnostiche di primo e secondo livello e per assicurare la continuità nel l’erogazione dei servizi”. In comitato dei 9 della commissione bilancio, c’è stato il no del governo sulla mia proposta di intervenire sulle tabelle per vincolare le risorse per Taranto. Il Governo ha rinviato la questione al Senato. Le conclusioni di questa vicenda, si possono tirare facilmente: palazzo Chigi deve semplicemente chiarire le ragioni del no e del rinvio”, ha concluso il presidente della commissione Bilancio.

Duro il commento del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano: “Dal governo abbiamo preso una botta”, ha detto durante il suo intervento alla Camera di Commercio a Roma per presentare la ‘road map’ per la decarbonizzazione della Puglia che prevede l’alimentazione a gas sia della centrale Enel di Brindisi che dell’Ilva di Taranto. Secondo il governatore – come si legge sulla sua pagina Facebook – “tutta la Puglia deve mobilitarsi al fianco dei tarantini per pretendere dal Governo ciò che loro spetta. Da anni la città subisce un inquinamento di Stato che ha spaventosamente aumentato ogni sorta di malattie”.  Ed ha aggiunto: “Occorre curare i malati e disinnescare la fonte di inquinamento. Questa manovra finanziaria spiega Emiliano avrebbe consentito alla Puglia di spendere 50 milioni di euro per fronteggiare le emergenze sanitarie causate dall’inquinamento a Taranto. Ora il Governo dovra’ motivare questo no”.

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