Una Taranto sconfitta, conquistata e stuprata che ancora si piega alle voglie dei suoi violentatori. E’ successo ieri, 11 novembre 2016; questa volta è successo nelle scuole, sacri luoghi di cultura, come a voler alzare definitivamente bandiera bianca e porgere i polsi in avanti per accettare le catene e l’ergastolo.
Ancora una volta è successo al quartiere Tamburi, la parte della città più martoriata, quella che ha versato il più alto tributo di sangue misto a polveri di ferro e diossina. I dirigenti scolastici, servili organizzatori delle pantomime di benvenuto alla Ministra dell’Istruzione Giannini, imbianchini invece di tutori della salute dei bambini, per qualche tempo potranno raccontare questo evento nelle conviviali serate tra amici, sentendosi anche importanti, atteggiandosi un po’, ricordando quanti sorrisi hanno dispensato alla “gradita ospite” e quanti ne hanno da lei ricevuti in cambio.
Gli insegnanti presenti hanno per una sera messo da parte le proteste per “la buona scuola” renziana rendendosi complici dell’indecoroso spettacolo. Genitori inconsapevoli hanno accettato che i propri figli (vere vittime sacrificali) formassero una bella fila di grembiuli (bianchi come le bandiere della resa), scarpe nuove e bandierine tricolori sventolate allegramente come chiavi della città da consegnare al vincitore.
Su marciapiedi ripuliti in gran fretta per nascondere la scena del delitto agli occhi stessi dell’assassino, i genitori hanno raccontato le proprie storie di dolore e parlato di contributi economici richiesti per l’acquisto di carta igienica, gessetti e risme di carta per fare funzionare “la buona scuola”: uno spaccato della nera miseria in cui vivono colorato dai sette colori della grande dignità.
Dignità che i dirigenti scolastici e gli insegnanti presenti non potranno raccontare ai propri amici; la dignità che è mancata, alla fine, anche alla conquistatrice di turno, ministra Giannini, scappata da un’uscita secondaria come un serpente spaventato.
I Genitori tarantini e i Comitati studenteschi erano lì, insieme a quella parte della città che non si piega; erano lì a rafforzare il “no” della gente che vorrebbe guardare negli occhi quelli che hanno detto “sì” ai decreti salva-Ilva fino a vederli abbassare lo sguardo. Taranto libera!
Genitori tarantini
Federazione degli Studenti
Movimento Studentesco Azione Cattolica
Movimento Studentesco Taranto
Unione degli Studenti
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