Riserva Naturale “La Vela” e Spartan Race, la denuncia del WWF Taranto

In qualità di volontari da anni impegnati sul campo nella salvaguardia di questo ultimo scrigno naturalistico della città, intendiamo fare chiarezza e chiedere giustizia per questo sopruso, affinché vengano puniti i responsabili che hanno autorizzato il passaggio di 4000 partecipanti all’interno della Riserva e nello specchio d’acqua attiguo al fronte della Palude (zona di maggior pregio naturalistico). Evidenze dimostrano che durante la manifestazione sportiva nello specchio d’acqua attiguo al fronte sono stati utilizzati mezzi a motore (moto d’acqua) di grave impatto e disturbo per l’avifauna stanziale e migratoria del periodo”. Sono alcuni stralci del post pubblicato su Facebook dal presidente del WWF Taranto, Fabio Millarte, e da altri componenti dell’associazione dopo la conclusione della Spartan Race, gara ad ostacoli internazionale, svoltasi a Taranto il 29 e 30 ottobre.

Nel post si fa riferimento, quindi, al passaggio da parte degli atleti in un tratto della Riserva Regionale Orientata Palude La Vela, “l’unico angolo della città che ancora custodisce delle ricchezze naturalistiche di pregio mondiale, non solo dal punto di vista della flora, ma anche dell’avifauna”. Scrivono i volontari: «Com’era assolutamente prevedibile, nei giorni scorsi l’avifauna della Riserva è stata disturbata malamente da circa 4000 partecipanti della manifestazione Spartan Race.  Il WWF Taranto ha da sempre promosso attività sportive in natura, ma sempre nell’ottica della salvaguardia e della sostenibilità ambientale, prerogativa questa, venuta meno in tale circostanza».

Chiara la denuncia nei confronti dell’iter che ha portato all’autorizzazione di quel tratto durante la programmazione dei percorsi di gara tra Parco Cimino e Circummarpiccolo. Come sito, abbiamo seguito con grande attenzione la Spartan Race e apprezzato il grande sforzo compiuto da coloro che hanno reso possibile l’approdo di un evento così importante a Taranto (Marco De Bartolomeo e l’associazione “Taranto, la città spartana”, in primis).

E’ giusto, però, far notare anche ciò che sembra non aver funzionato nella programmazione di questa prima edizione tarantina con la speranza che si faccia chiarezza su eventuali errori compiuti da altri attori o enti coinvolti nell’organizzazione e si eviti in futuro di ripetere scelte non completamente rispettose dell’habitat naturale. D’altronde tutto è perfettibile.

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