Ilva, al refettorio OME/MUA in corso bonifica di FAV (Fibre Artificiali Vetrose)

TARANTO – Lo scorso 11 ottobre avevamo pubblicato un articolo sulla consistente presenza di topi in Ilva. Ci eravamo soffermati, in particolare, sul refettorio del reparto OME/MUA, dove erano stati rinvenuti degli escrementi che non lasciavano dubbi sull’intrusione dei roditori (leggi qui).

La struttura, nel frattempo, è stata chiusa per permettere la disinfestazione e la derattizzazione. In realtà, è in corso anche un’altra attività di bonifica che riguarda la rimozione di FAV, ossia Fibre Artificiali Vetrose, così come riportato sulla cartellonistica presente in loco.

La notizia ci è stata confermata dalla Fiom che in una comunicazione di sicurezza inviata oggi al capo area e al capo reparto OME/MUA e all’RSPP, facendo riferimento alla presenza di una ditta impegnata in queste ore nella rimozione di Fibre Artificiali Vetrose, richiede un incontro urgente per conoscere la provenienza e la tipologia delle FAV in questione, e per richiedere, se disponibili, campionamenti pregressi di fibre aerodisperse nel refettorio OME/MUA. Informazioni che vengono solleticate per comprendere l’esistenza di eventuali rischi per la salute dei lavoratori che hanno frequentato quella struttura.

Con l’acronimo FAV (Fibre Artificiali Vetrose) si intende un vasto sottogruppo di fibre inorganiche che, con la messa al bando dell’amianto, hanno assunto una grande rilevanza commerciale – nei settori dell’edilizia, del tessile e dei prodotti plastici –  in relazione alle loro caratteristiche di isolamento termico e acustico. Le FAV hanno differenti proprietà fisiche (in primis il diametro) e differente composizione chimica, con particolare riguardo alla presenza di ossidi alcalini ad alcalino terrosi (Na2O, K2O, CaO, MgO, BaO e loro combinazioni), la cui elevata concentrazione indica la bio-solubilità delle fibre stesse (ovvero la capacità di essere smaltite dall’organismo prima che possano dare luogo a qualunque effetto).

Effetti sulla salute
In genere gli effetti sulla salute delle FAV sono condizionati dalla loro forma e dalle dimensioni, perché questi fattori ne determinano l’inalabilità, il deposito e la biopersistenza. Riguardo alle dimensioni, fibre di minor diametro hanno dimostrato di produrre maggiori effetti patogeni sull’apparato respiratorio, potendo raggiungere con più facilità le diramazioni più distali dei bronchi e gli alveoli polmonari, con un massimo di effetto per le fibre di diametro inferiore a 1 mm.
Nella foto la cabina di decontaminazione montata all’esterno del refettorio

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