L’Ilva di Taranto tra veleni, topi e immondizia
TARANTO – Esistono diversi livelli di degrado ambientale. C’è quello procurato dalle ciminiere che emettono veleni di ogni tipo e c’è quello più spicciolo che si presenta lungo le strade e nei parcheggi intorno all’Ilva. Cumuli di rifiuti abbandonati per mano di qualche incivile, rimasti lì nell’indifferenza di chi dovrebbe porre rimedio. Entrambi i livelli di degrado parlano di un approccio scriteriato nei confronti del territorio e della comunità.
Ieri avevamo raccontato un altro problema strettamente legato all’igiene. Due giorni fa, il refettorio del reparto Ome Mua dell’Ilva è stato chiuso per la presenza di escrementi di topi rinvenuti anche negli armadietti. Qui i roditori hanno attinto dai cibi conservati dagli operai (leggi i dettagli) deliziandosi anche con qualche crostatina. L’invasione dei topi, però, riguarda anche altri reparti, a cominciare dal GRF (Gestione Rottami Ferrosi), e comporta rischi per la salute degli stessi lavoratori.
Come se ciò non bastasse, al di fuori della fabbrica, ci si imbatte nell’immondizia accatastata, da decenni forse, nel silenzio di tanti. Il problema legato alla manutenzione e alla pulizia delle strade e dei parcheggi antistanti lo stabilimento è stato trattato ai primi di settembre, nel corso di una riunione tenuta dal Consorzio Asi con rappresentanti del Comune di Taranto (entrambi hanno competenze sulle aree interessate), Amiu, Ilva, e organizzazioni sindacali.


A quanto ci risulta, però, dai primi di settembre ad oggi, non si sono fatti grandi progressi sul fronte della pulizia delle strade e dei parcheggi. In base a quanto ci riferisce Piero Vernile (Rsu della Uilm) si è provveduto a recintare la zona delle pensiline dei bus presso la portineria D, dove sussistevano evidenti problemi di sicurezza. Per il resto poco sarebbe stato fatto per migliorare una situazione a dir poco imbarazzante.
